(Teleborsa) - Sull'abuso del precariato storico, lo Stato italiano depone le armi: entro un anno assumerà 150mila docenti, di cui il 90% delle graduatorie ad esaurimento, perché non vuole essere condannato dalla imminente sentenza della Corte di Giustizia europea.
Dando seguito, quindi, ad una stabilizzazione storica dei supplenti rivendicata da tempo dal sindacato e auspicata anche nei giorni scorsi dall'avvocato generale della Corte di Lussemburgo, Maciej Szpunar, che si è espresso positivamente ed in modo perentorio sulle motivazioni che hanno portato l'ANIEF a ricorrere al giudice sovranazionale per la reiterazione dei contratti a tempo determinato adottato da troppo tempo in Italia.
"Il rilevato motivo di contrasto tra il sistema italiano e la direttiva sul lavoro a tempo determinato - scrive il Governo a pagina 36 del libro contenente le linee guida intitolate "La Buona Scuola" - risiede nel fatto che il sistema delle supplenze annuali di fatto rinnova periodicamente dei contratti a tempo determinato per provvedere la copertura di posti vacanti d'insegnamento". "Inoltre il sistema attuale non prevede alcuna misura per prevenire e sanzionare il ricorso abusivo alla successione di contratti di lavoro a tempo determinato nel settore scolastico. Questa prospettiva è ciò che è oggi all'attenzione dell'Europa, e va nella stessa direzione di ciò che il Governo italiano intende offrire alla scuola grazie ad un piano di assunzioni straordinario".
Con questa ammissione - commenta Marcello Pacifico, presidente ANIEF e segretario organizzativo Confedri - in un colpo solo vengono confessate le tesi della Cassazione e dell'Avvocatura dello Stato italiano che si erano arroccati in difesa delle mancate assunzioni. "Sui posti vacanti e disponibili, per più di un decennio, lo Stato ammette di aver operato una fictio per sfuggire alle regole della stabilizzazione. E dopo migliaia di ricorsi promossi dal sindacato presso le Corti del lavoro che hanno provocato l'intervento del Parlamento, alla vigilia della sentenza della Corte di Giustizia europea, si scopre la verità: tutti devono entrare in ruolo".
Ma la battaglia - conclude Pacifico - "continua sul profilo risarcitorio, mentre altri 100mila docenti rivendicano un posto, perché nella riforma ci si dimentica che ci sono anche 12 mila ATA da assumere subito".