(Teleborsa) - Le dimostrazioni di forza che i radicali dello "Stato Islamico" stanno proponendo in Iraq, sono un vero e proprio attacco alla leadership del movimento jihadista globale, fino ad ora rappresentata da al-Qaeda. E' ciò che riferiscono funzionari dell'intelligence degli Stati Uniti.

Le sue conquiste territoriali e la dichiarazione di voler costituire un califfato, che attraversa parti della Siria e dell'Iraq, rafforzate dall'uso sistematico dei social media per diffondere le sue intenzioni in molte lingue, stanno attirando sempre più aderenti che fuoriescono da nuclei di al-Qaeda e da quelli affiliati.

I servizi di intelligence degli Stati Uniti pensano che lo Stato islamico sia incentivato a organizzare un grande attacco terroristico contro gli Stati Uniti o obiettivi europei, in parte per affermare proprio se stesso come vero leader dell'Islam radicale e ci sarebbero prove che il gruppo jihadista stia creando cellule al di fuori dell'Iraq e della Siria.

"Ci sarebbe un concorso interno per la leadership jihadista, con alti esponenti dello Stato Islamico che stanno accusando il capo di al-Qaeda, Ayman al-Zawahiri, di nascondersi nel tentativo di cogliere la corona jihadista globale" avrebbe dichiarato un'analista militare americano, stretto collaboratore del generale David Petraeus, ex capo dell'esercito americano in Iraq.

Mentre il presidente Barack Obama ha cercato di separare la guerra civile in Siria e l'escalation dello Stato islamico, le valutazioni dell' intelligence Usa, suggeriscono un legame stretto tra le due circostanze. Sempre secondo le valutazioni dei servizi segreti Usa, il presidente Obama non starebbe valutando eventuali azioni o interventi militari in Iraq.