(Teleborsa) - Checché ne dica il vice Ministro degli Esteri russo, le sanzioni su Mosca stanno già avendo ripercussioni, e molte, sull'economia del Paese. Basti pensare agli interventi di Standard & Poor's e Fitch sul rating della Russia e ai continui tracolli del Moscow Stock Exchange.
Nonostante i timori di tycoon e funzionari del Cremlino sul possibile impatto delle sanzioni imposte (e minacciate) alla Russia alla luce delle vicende in Crimea, l'entourage di Vladimir Putin continua a dire che non vi saranno problemi. L'ultimo a rassicurare in materia è il Vice Presidente delle Finanze Alexei Moiseev, che ha detto chiaro e tondo: "per ora non vedo conseguenze per il settore finanziario".
Come spiegarsi, allora, il susseguirsi di crolli della Borsa russa? In questo momento gli indici Micex e RTS, che comprendono i 50 titoli più liquidi tra le principali emittenti russe (il primo è denominato in rubli, il secondo in dollari), stanno cedendo rispettivamente il 2,2% e il 2,8%, bruciando così gran parte del recupero (+3,6%) messo a segno durante la settimana.
Stesso discorso per la decisione di S&P e Fitch di confermare il rating su Mosca rispettivamente a "BBB-" e "BBB" anche in scia alle "attese sanzioni di Stati Uniti e Unione Europea che potrebbero ridurre il flusso di potenziali investimenti, innescare una fuga di capitali e peggiorare ancora la già indebolita economia russa" (parole testuali di Standard & Poor's poi ripetute da Fitch).
Anche il recente deprezzamento del rublo, che a inizio marzo ha portato la Banca Centrale russa ad un gesto disperato e potenzialmente pericoloso sembra smentire il Vice Ministro...