(Teleborsa) - Quella dei data center è una industria energivora e, in un panorama di necessario contenimento ed efficientamento dei consumi di energia, sulla strada che guida verso la sostenibilità, il problema della crescita di questo settore implica scelte di carattere strategico, non solo agli USA, ma anche all'Europa ed all'Italia, anche alla luce del boom indotto dall'adozione dell'intelligenza artificiale (AI).
Lo studio "Power Moves: How CEOs Can Achieve Both AI and Climate Goals" di Boston Consulting Group (BCG) esplora il tema della domanda energetica globale dei data center e restituisce una prospettiva inedita sulle implicazioni per l’Italia, che si conferma tra i mercati più dinamici d’Europa. "Le dinamiche di espansione stanno ridefinendo il panorama delle infrastrutture digitali, sollevando al contempo importanti sfide legate alla sostenibilità e alla resilienza delle reti elettriche", spiega Giulia Scerrato, Project Leader di BCG esperta di energy e tech.
La crescita vertiginosa della domanda in USA
Negli Stati Uniti, la domanda di energia dei data center cresce a un ritmo vertiginoso del 15-20% all’anno e si prospetta che continuerà a crescere a questi ritmi, raggiungendo i 100-130 GWh entro il 2030. A questo ritmo, gli USA potrebbero affrontare una carenza di energia "ferma"—cioè disponibile in ogni momento, indipendentemente dalle condizioni—già a partire dal 2026: questo lasso di tempo è sufficiente per avviare nuovi progetti di generazione di energia, ma non per completarli.
L'Italia in pole in UE
Se questa è la crescita attesa negli USA, l'Europa non sarà da meno. L'Italia si distingue come uno dei mercati europei più dinamici, rappresentando il 13% dei data center europei, con un assorbimento energetico che già oggi è di 430 MW, pari al 3% del consumo elettrico nazionale.
Il mercato dei data center nel nostro paese sta registrando una crescita annua superiore all’8%, con un ritmo di espansione significativamente più alto rispetto a hub storici come Francoforte, Londra, Amsterdam, Parigi e Dublino, che si aggira tra il 4% e l’8%. Gli investimenti in co-location in Italia hanno raggiunto 654 milioni di euro nel 2023 (+10% rispetto al 2022). Cresce anche il valore del cloud, sia privato che pubblico, raggiungendo i 4,8 miliardi di euro e quasi 70 operatori attivi sul mercato.
Storicamente i data center sono stati costruiti in Nord Europa anche per sfruttare il natural cooling, ossia tecniche che sfruttano le risorse naturali e le condizioni ambientali per raffreddare i server e le apparecchiature al fine di ridurre i costi per tale operazione. Tuttavia, oggi, l'esigenza di contenere emissioni, consumo d'acqua e garantire stabilità delle reti elettriche, unita alla necessità di decentralizzare le infrastrutture per motivi di sicurezza, hanno fatto lievitare gli investimenti al Sud, in Paesi come Italia e Spagna.
Necessario definire una strategia energetica sostenibile
In questo panorama - sottolinea BCG - diventa cruciale individuare soluzioni energetiche affidabili e sostenibili, per supportare questa crescita. Un primo problema riguarda l'esigenza di una regolamentazione ad hoc per i data center e di un approccio sistemico per allineare la domanda con l'offerta energetica disponibile, permettendo al nostro Paese di cogliere a pieno le potenzialità del business.
Tra le opzioni emergenti, vi sono i piccoli reattori modulari (SMR), che rappresentano una possibilità interessante per alimentare la crescita del settore. Google e Amazon, sempre in prima linea, stanno già investendo nei piccoli reattori nucleari, progettati proprio per essere più economici, più rapidi da costruire e più sicuri rispetto ai reattori nucleari tradizionali. Ma gli SMR attualmente operativi negli USA non sono ancora andati oltre la fase progettuale, poiché presentano una serie di sfide da affrontare dal punto di vista tecnologico, operativo e autorizzativo per la definizione degli standard.
In Italia, occorre accelerare lo sviluppo normativo e promuovere un dialogo strutturato tra i principali attori del settore. Mantenere in linea gli obiettivi sul clima e lo sviluppo dell'AI è possibile, ma nessun CEO o decisore politico può farlo da solo. Come evidenziato da BCG, il modo in cui i leader di aziende energetiche, colossi dell’AI e utenti finali risponderanno al panorama in rapida evoluzione dipenderà dai contesti regionali in cui operano, ad esempio le normative potrebbero dare priorità a certe tecnologie climatiche rispetto ad altre, mentre le barriere commerciali potrebbero ostacolare l’accesso a componenti chiave.
La soluzione al problema del consumo di energia potrebbe passare, innanzitutto, per l'ottimizzazione dei consumi energetici, ma anche per l'accelerazione degli investimenti e nella ricerca di fonti energetiche più pulite e più rispettose del clima, sia entro il 2030 che oltre.
Dai data center record di crescita dei consumi energetici: quali prospettive?
09 gennaio 2025 - 16.24