Quali, in sintesi, le proposte di Fondazione Pacta per raggiungere l'obiettivo Net Zero?
"Sono proposte che mirano a valorizzare la possibilità industriale di realizzare le soluzioni per la transizione però sotto un cappello di sostenibilità non solo ambientale ma anche sociale ed economico. La missione della Fondazione Pacta è proprio fare da collante tra quello che l'industria può, e realisticamente deve fare, con quello che è effettivamente poi sostenibile da tutti i punti di vista. Nel concreto si punta, in particolare, non solo a realizzare aeromobili sempre più efficienti ma anche a produrre carburanti sostenibili per l'aviazione, in primis biocarburanti, i quali saranno disponibili in misura sufficiente, e forse anche più che sufficiente, per la prima tappa, quella del 2030 che l'Europa ci impone, raggiungendo il target di circa il 6% di SAF nei serbatoi dei nostri aeromobili. Nel 2035 questo obiettivo è più che triplicato, c'è bisogno di politiche industriali che favoriscono la produzione e anche l'incentivazione all'utilizzo di questi carburanti e anche la ricerca e sviluppo sui carburanti di seconda generazione e su quelli sintetici. In ultimo la Fondazione sta, sempre più, valorizzando quello che sta emergendo come altra leva molto efficace per la lotta al cambiamento climatico – così come validato anche dalla IPCC quindi a livello internazionale – ovvero quella del carbon removal, cioè la rimozione di CO2 e la cattura. Questa sarà sicuramente una leva sempre più importante, essenziale, per traguardare gli obiettivi del 2050 e degli accordi di Parigi. L'Italia si sta distinguendo in tale ambito con il grande progetto di joint venture tra Eni e SNAM, uno dei più grandi progetti di cattura e stoccaggio del CO2.
Siamo al terzo congresso annuale, facendo un bilancio, qual è il punto sulla decarbonizzazione del trasporto aereo? Avete avuto dei sostegni da parte del Governo o il settore è lasciato solo?
"Il settore non è abbandonato. L'attenzione che la Fondazione e il settore ricevono è molto alta. La Fondazione vede il lavoro attivo e partecipativo di Enac e il patrocinio del MIT e del MASE. Quindi l'attenzione è massima e siamo sicuri di poter godere del supporto necessario. Il primo bilancio è estremamente positivo. Si guarda alle prime tappe nell'immediato futuro, 2030, come tappe di successo, successo per le infrastrutture aeroportuali: molti aeroporti, i principali aeroporti nazionali saranno già a emissioni zero attraverso la realizzazione di generazione rinnovabile, transizione all'elettrico di tutte le flotte di veicoli che girano in aeroporto. Quel 6% di obbligo che l'Unione Europea ci impone per l'adozione del SAF è un obiettivo industrialmente raggiungibile, ma dobbiamo guardare al medio-lungo termine, quindi alle soluzioni che dovranno poi traguardare gli obiettivi ambiziosi del 2050".
Come chiude l'anno per Aeroporti di Roma?
"L'anno chiude molto bene, molto positivamente. Roma-Fiumicino è l'aeroporto che cresce di più in Europa, e di gran lunga. Il secondo aeroporto che cresce di più cresce alla metà del ritmo di Fiumicino, Fiumicino cresce a oltre il 20% rispetto allo scorso anno e si prospetta un 2025, già lo vediamo, di forte crescita, probabilmente ancora qui in doppia cifra. Questo vuol dire volumi di traffico che sfioreranno nel 2024, 50 milioni di passeggeri, che è davvero una soglia impensabile. Solo poco tempo fa pensavamo che avremmo raggiunto tali volumi di traffico nel 2028, quindi il futuro si sta anticipando. Questo risultato è sicuramente parte di una fortissima attrattività dell'Italia come grande destinazione turistica, ma forse anche di un cambio strutturale nel comportamento dei nostri passeggeri che incominciano a mettere in cima ai propri desideri il viaggio verso destinazioni turistiche interessanti. Non è solo una sfiammata temporanea, ma rischia di essere un trend strutturale, in cui l'Italia si candida ad essere una delle destinazioni più magnetiche a livello internazionale.
A maggior ragione adesso con l'accordo tra ITA e Lufthansa?
"Il traffico da e per l'Italia certamente può beneficiare di una ITA più robusta e lo farà, ma i viaggiatori globali verranno in Italia indipendentemente dal vettore. L'accordo tra ITA e Lufthansa invece è chiave, è strumentale per, innanzitutto, stabilizzare e dare una prospettiva comunque sana di crescita al vettore di riferimento nazionale, prospettiva che è oggettivamente mancata negli ultimi 15 anni, ma anche a valorizzare l'hub di Fiumicino come hub di transito. L'Italia per la posizione geografica che ha può ricavarsi un ruolo importante in tanti settori, l'energetico è uno di questi, ma senza dubbio anche quello trasportistico deve essere una piattaforma di riferimento per tutto il bacino del Mediterraneo e anche oltre".