(Teleborsa) - Banca AideXa è una giovane e dinamica fintech, che opera nel panorama creditizio italiano rivolgendosi al cuore del nostro tessuto imprenditoriale, fatto in larga parte di micro e piccole imprese. In soli tre anni dall'ottenimento della licenza bancaria AideXa ha raggiunto 1 miliardo di erogazioni, tappa importante che evidenzia l’apprezzamento del mercato e l’entrata a regime di un modello operativo in grado di promuovere, valutare e gestire quantità sempre più importanti di clienti e contratti di finanziamento.
Il 2024 si sta chiudendo con una crescita più che doppia dei ricavi, che, come previsto dal piano industriale, passeranno dai 12 milioni del 2023 agli oltre 29 milioni di euro del 2024.
"Oltre a questo abbiamo grande voglia di continuare a crescere con convinzione nei prossimi anni", spiega in una intervista Marzio Pividori, Ceo di Banca AideXa.
Banca AideXa nasce a giugno 2021: qual è stata la vostra crescita da allora? E quali target avete raggiunto in questi tre anni di attività?
"Per la precisione, Banca AideXa ottiene la licenza bancaria nel 2021 ed è una delle pochissime nuove licenze bancarie concesse negli ultimi anni. Dalla nascita AideXa ha raccolto 96 milioni di capitale da soci particolarmente importanti e/o interessati al segmento delle piccole imprese italiane, tra cui il Gruppo Generali, Banca Ifis, Banca Sella, Confcommercio e Artigiancredito. Questo mese celebriamo con molto piacere 1 miliardo di erogazioni complessive dall’ottenimento della licenza bancaria, con una macchina in accelerazione e, sicuramente, pronta a scalare ulteriormente il passo. Per dare un po' il senso della crescita progressiva delle nostre attività, abbiamo chiuso il 2023 con 12 milioni di ricavi, e nel 2024, come era pianificato nel Piano, supereremo i 29 milioni aumentando quindi di circa due volte e mezzo i ricavi anno su anno, mantenendo anche la qualità creditizia in linea con i target. A supporto di questa crescita abbiamo impiegato più capitale e continuato a investire in tecnologia e talenti, mettendo al lavoro nuovi colleghi. Abbiamo iniziato l'anno con circa 70 dipendenti e chiuderemo l'anno in 105 colleghi, vuol dire che in un anno il numero di AideXers è cresciuto del 50%. Nel farlo abbiamo mantenuto le caratteristiche di avere circa il 40% dei dipendenti con ha una matrice tech e quantitativa e una età media poco superiore ai 30 anni.”
La Banca si orienta da subito verso l'economia reale con l'aspirazione di sostenere la crescita delle PMI. Quante sono le imprese supportate e quali le loro caratteristiche?
"La nostra missione è quella di aprire il credito industrializzato alle micro e piccole imprese grazie alla tecnologia (AI e PSD2). Abbiamo l’ambizione di essere una possibile risposta al credit crunch che sta colpendo il segmento che, ricordo, è importantissimo per il nostro paese, contando la quasi totalità del numero di Partite IVA, circa la metà del prodotto interno lordo e oltre 12 milioni di dipendenti impiegati.
Noi abbiamo confermato questo posizionamento finanziando, in tre anni, più di 5.000 imprese, mantenendo coerenza con il nostro posizionamento con un importo medio di circa 150 mila euro per singola operazione, finanziando imprese con una loro storia consolidata: Il nostro cliente medio ha un po' meno di 2 milioni di fatturato, 9 dipendenti e circa 10 anni di storia aziendale".
Questo segmento sta soffrendo un credit crunch molto accentuato in questi ultimi mesi: si conta circa il 10% finanziamenti in meno da inizio anno dal sistema bancario e, se guardiamo il mese di ottobre, vediamo che i nuovi finanziamenti sotto il milione di euro sono il 19% in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Abbiamo il 100% dei processi digitali e questo ci consente di essere efficienti anche sui piccoli importi e presenti in tutta Italia, con oltre il 30% delle imprese finanziate basate nel Sud o nelle Isole".
L'innovazione ha un ruolo centrale nella vostra strategia, sia per la profilazione dei vostri clienti sia per il miglioramento della vostra offerta. Quali sono le tecnologie più usate e come le sviluppate?
"Uno dei motivi per cui le micro e piccole imprese stanno facendo particolarmente fatica ad avere accesso a nuovi finanziamenti è che la valutazione creditizia è più difficile con dati alle volte meno disponibili. Parliamo di una combinazione di valutazione di bilanci, analisi di settore, valutazione delle transazioni dei conti correnti e apprezzamento della storia dell'impresa e dei suoi piani di sviluppo. È evidente che applicare i modelli tradizionali di valutazione a questo segmento, può rendere inefficiente per una banca gestire questo tipo di ticket".
"Noi siamo partiti facendo un largo uso del machine learning, dell'intelligenza artificiale in generale e dei processi digitali. Questo ci consente di avere interazioni da remoto, intermediate in molti casi da un partner locale ma sempre paperless, che consentono di sottoscrivere un contratto senza un incontro fisico e di analizzare decine di migliaia di dati in pochi minuti. Sfruttando il machine learning e l'open banking riusciamo ad avere accesso alle transazioni di conto delle aziende clienti, anche quando questi conti sono presso altri Istituti". "Questo ci consente, da un lato, di ridurre i costi per ciascuna valutazione e, dall'altra parte, di avere la possibilità di erogare credito più velocemente con tempi particolarmente ridotti. Per far tutto ciò è molto importante avere competenze specialistiche, avere una dimensione tecnologica molto specializzata e un approccio di business molto focalizzato. È avvenuto lo stesso percorso anche in settori del banking limitrofi, ad esempio nel credito al consumo. Insomma, quando si parla di industrializzazione dell’accesso al credito la specializzazione paga e noi vogliamo ripercorrere questo percorso nel settore delle micro e piccole imprese, contribuendo alla crescita del Paese".
Grazie alla vostra presenza online offrite un contributo contro la desertificazione bancaria. Come sottolineate la vostra vicinanza ai clienti?
"E' un fenomeno non solo italiano, ma globale. In Italia, si sono chiusi circa 11.000 sportelli in dieci anni, circa un terzo degli sportelli complessivi. Questo si traduce in 270 mila imprese presenti in Comuni senza uno sportello bancario. Oltre la metà di queste imprese ha visto chiudere lo sportello negli ultimi anni e se guardiamo alle imprese presenti in Comuni con un solo sportello bancario, il numero sale di altre 400 mila imprese. C'è quindi una quota importante di imprese che sono orfane o semi-orfane di sportelli bancari nei Comuni di appartenenza".
"Player digitali come noi possono essere una soluzione per queste imprese. I nostri processi di nuova generazione e la nostra specializzazione hanno contributo, inoltre, a far nascere collaborazioni con partner presenti sul territorio, come mediatori creditizi, agenti finanziari, Confidi e anche qualche istituto come Poste Italiane, che ben si integrano con i nostri processi piuttosto snelli. Questa combinazione fintech–distributori terzi può compensare la mancata presenza di sportelli bancari tradizionali, con una consulenza in loco svolta da nuovi professionisti che si avvalgono della nostra capacità di valutazione del credito per offrire questi servizi alla clientela nei diversi territori. Le fintech come AideXa ben si integrano con queste nuove figure professionali, non facendo concorrenza sul territorio e mettendo in campo processi e standard specialistici che su questa fascia di mercato sono particolarmente ben accolti".
Banca AideXa, Pividori: "ricavi in forte crescita, raggiunto l’obiettivo che ci siamo posti ad inizio anno"
Il Ceo di Banca AideXa in una intervista a Teleborsa fa il punto sui traguardi raggiunti ed analizza le variabili che ne hanno determinato il successo
27 novembre 2024 - 13.25