(Teleborsa) - La crescita delle retribuzioni contrattuali nel 3° trimestre è risultata superiore a quella dei prezzi al consumo di poco più di due punti percentuali, favorendo il graduale recupero del potere d’acquisto. E' quanto emerge dall'ultimo rapporto dell'Istat sulle retribuzioni contrattuali.

L’indice delle retribuzioni contrattuali orarie, a settembre 2024, ha registrato infatti un aumento dello 0,2% su mese e del 3,7% au anno. Nel corso degli ultimi mesi la dinamica salariale è stata più sostenuta per il comparto privato, con il settore industriale: l’aumento tendenziale è stato del 4,6% per i dipendenti dell’industria e del 4,1% per quelli dei servizi privati, ment5re si registra un aumento più contenuto dell’1,6% per i lavoratori della Pubblica Amministrazione.

I settori che presentano gli aumenti tendenziali più elevati sono: credito e assicurazione (+11,0%), gas e acqua (+6,7%) e settore metalmeccanico (+6,4%). L’incremento è invece nullo per edilizia, farmacie private, telecomunicazioni, ministeri, forze dell’ordine, forze armate e attività dei vigili del fuoco.

Per il periodo gennaio-settembre 2024, la retribuzione oraria media è cresciuta del 3,2% rispetto allo stesso periodo del 2023.

Alla fine di settembre 2024, i 46 contratti collettivi nazionali in vigore per la parte economica riguardano il 47,5% dei dipendenti - circa 6,2 milioni - e corrispondono al 45,8% del monte retributivo complessivo. Nel corso del terzo trimestre 2024 sono stati recepiti 8 contratti: calzature, trasporti marittimi, alberghi, Rai, scuola privata laica, scuola privata religiosa, ceramiche, poste.

La quota di lavoratori in attesa di rinnovo, nel terzo trimestre 2024, è tornata a superare il cinquanta per cento (52,5% del totale) con ben 29 contratti in attesa di rinnovo, dopo scadenza, a giugno, degli accordi relativi ai dipendenti delle costruzioni e della metalmeccanica. Il tempo medio di attesa di rinnovo a settembre 2024 era pari a 18,3 mesi (era 32,2 a settembre 2023) per i lavoratori con contratto scaduto e a 9,6 mesi per il totale dei dipendenti (era 17,0 a settembre 2023).