(Teleborsa) - Davide Leone and Partners, società d'investimento basata a Londra, detiene circa il 10% delle azioni di risparmio di Telecom Italia. L'investimento, anticipato ieri pomeriggio da Reuters, è stato confermato dal fondo. Non si tratta del primo investimento nel mercato italiano per Davide Leone, che negli ultimi mesi è rispuntato nel capitale di Banco BPM con una quota potenziale del 5% (di cui il 2,2% con diritti di voto.

"Come anni fa per il settore bancario che ci ha portato a investire in Banco BPM oggi il settore TLC in Europa è sottovalutato e alla vigilia di cambiamenti radicali - ha spiegato Leone a Repubblica - I tassi cominciano a scendere e un cambio delle regole Ue può favorire gli investimenti nella digitalizzazione che in Europa negli ultimi anni sono stati la metà in rapporto al Pil rispetto agli Stati Uniti".

"Noi crediamo che TIM sia sottovalutata specie se si verificheranno gli incassi previsti dal management guidato da Pietro Labriola - ha affermato - Relativi alla causa vinta in appello, la vendita di Sparkle e l’eventuale earn out per la fusione con Open Fiber. Ne conseguirebbe un cospicuo ritorno all’utile e gli azionisti di risparmio sarebbero ricompensati dopo la forte penalizzazione degli ultimi anni".

Dal 1997 al 2020 TIM aveva sempre pagato il dividendo alle azioni di risparmio, mentre negli ultimi tre anni ciò non è successo. Se nel 2024 la società presentasse un utile di bilancio non solo nella holding ma anche nella SpA, allora potrebbe esserci la distribuzione di un dividendo cumulato pari a circa il 30% del valore di Borsa delle azioni di risparmio.

"Se le prospettive migliorano allora gli azionisti di risparmio hanno diritto di prendere il dividendo, incluso quello cumulato negli ultimi tre anni - ha sottolineato Leone - La governance della società deve tutelare i risparmiatori che hanno investito pazientemente in questi titoli".