(Teleborsa) - L'occupazione nei Paesi dell'area Ocse è ai massimi storici, ma la crescita degli occupati inizia a rallentare e "i salari reali hanno recuperato i livelli pre-2020 solo su 19 dei 35 Paesi Ocse" nonostante un recupero negli ultimi trimestri. È quanto rileva l'Oecd Employment Outlook 2024, che conferma anche per il primo trimestre 2024 la maglia nera assegnata all'Italia per i salari reali: il Paese, con un -6,9% rispetto al quarto trimestre 2019, è terzultimo fra i 38 paesi dell'Ocse e fanno peggio solo Cechia e Svezia, contro il -2% della Germania e il +0,1% della Francia.
Secondo le stime dell'Employment Outlook 2024 l'occupazione nei paesi Ocse ha raggiunto i 662 milioni nel maggio 2024 (+25% dal 2000) e dovrebbe crescere di circa lo 0,7% annuo nel 2024-25. Il tasso di disoccupazione a livello dell'Ocse si è attestato al 4,9% nel maggio 2024 e si prevede che aumenterà leggermente. Era di 0,2 punti percentuali più alto per le donne che per gli uomini.
I salari reali – rileva l'Ocse – hanno recuperato il terreno perduto nel 2022 e nella prima parte del 2023. Nel primo trimestre del 2024, la crescita annua dei salari reali è stata positiva in 29 dei 35 Paesi dell'Ocse per i quali sono disponibili dati, con un aumento medio in tutti i Paesi del 3,5%. L'analisi di queste prospettive per l'occupazione indica un'inversione di tendenza rispetto alle recenti tendenze che hanno visto i profitti crescere più rapidamente dei salari. I salari stanno ora recuperando parte del terreno perduto, mentre c'è spazio per i profitti per fornire un ulteriore cuscinetto per la crescita dei salari, data la significativa crescita dei profitti negli ultimi due o tre anni. I salari minimi sono superiori ai livelli del 2019 in termini reali in quasi tutti i paesi dell'Ocse. Nel maggio 2024, il salario minimo reale era superiore dell'8,3% rispetto a cinque anni prima alla mediana dei 30 Paesi dell'Ocse con un salario minimo legale nazionale, grazie ai significativi aumenti nominali dei salari minimi legali per sostenere i salari minimi più bassi durante il periodo di alta inflazione negli ultimi due o tre anni.
In Italia il basso costo del lavoro, permette al made in Italy di essere competitivo a livello internazionale. Contemporaneamente i bassi salari contengono la domanda interna, determinando cospicui avanzi di bilancia commerciale. Non a caso per l'Ocse la produttività stagnante da quasi 30 anni è la principale palla al piede dell'economia italiana, perché un Paese che non cresce crea meno lavoro e i posti sono di minore qualità e salari più bassi.
Nell'Employment Outlook 2024 l'Ocse bacchetta i Paesi dove i salari reali continuano ad andare all'indietro nonostante una stagione di utili societari più che buoni: "In molti Paesi c'è ancora spazio perché i profitti assorbano ulteriori aumenti dei salari".
Nella sua Economic Survey dedicata all'Italia, a gennaio, l'organizzazione parigina notava la buona performance dell'export italiano rispetto ai partner europei nel periodo post-Covid, ottenuta guadagnando in competitività "principalmente grazie alla bassa crescita dei costi unitari del lavoro". Ma evidenziava anche la necessità, in un sistema di contrattazione collettiva dove le imprese hanno "significativo potere negoziale", di far crescere più i salari e la produttività delle imprese, attraverso investimenti e innovazione. Uno degli obiettivi degli aiuti europei col 'Recovery Plan', ancora non andato a segno.
Salari, Italia terzultima fra i 38 paesi dell'Ocse: -6,9% dal 2019
L'Oecd Employment Outlook 2024: "Basso costo del lavoro in Italia determina produttività stagnante"
09 luglio 2024 - 20.31