(Teleborsa) - Wall Street si muove in ribasso, nonostante una serie di dati macroeconomici statunitensi abbiano rafforzato la speculazione secondo cui la Federal Reserve avrà spazio per tagliare i tassi di interesse quest'anno. L'indicazione più importante è arrivata dal PIL: la seconda stima per la crescita del prodotto interno lordo degli Stati Uniti nel primo trimestre ha suggerito un aumento dell'1,3%, rispetto alla stima precedente dell'1,6% e in linea con le previsioni degli analisti. Inoltre, i dati hanno mostrato che l'indice dei prezzi delle spese per consumi personali è aumentato del 3,3%; escludendo i prezzi dei prodotti alimentari e dell'energia, l'indice è aumentato del 3,6%, rispetto a un aumento previsto del 3,7%.

Sempre sul fronte macroeconomico, il numero di americani che hanno presentato nuove richieste di sussidi di disoccupazione è aumentato la scorsa settimana a 219.000, rispetto a una previsione di 218.000 nuove richieste.

Il Beige Book pubblicato ieri dalla Fed (redatto utilizzando informazioni raccolte fino al 20 maggio) ha riportato che la maggior parte dei distretti ha sperimentato negli ultimi 2 mesi una crescita economica "lieve o modesta", con una spesa al dettaglio che "è rimasta invariata o in leggero aumento, rispecchiando una minore spesa discrezionale e una maggiore sensibilità ai prezzi da parte dei consumatori".

Sul fronte degli annunci societari, sono arrivate diverse indicazioni dal settore retail. Kohl's ha tagliato la guidance annuale dopo un primo trimestre debole; l'utile di Foot Locker è calato meno delle attese nel primo trimestre; Dollar General ha comunicato vendite in crescita oltre le attese nel primo trimestre; Best Buy ha registrato vendite comparabili in calo maggiore delle attese nel primo trimestre.

La trimestrale più osservata è però quella di Salesforce, crollata dopo aver deluso le aspettative sui ricavi per il primo trimestre, oltre che per le previsioni sugli utili e sui ricavi per il secondo trimestre.

Guardando ai principali indici, Wall Street accusa una flessione dello 0,71% sul Dow Jones: l'indice americano prosegue in tal modo una serie negativa, iniziata martedì scorso, di tre ribassi consecutivi; sulla stessa linea, cede alle vendite l'S&P-500, che retrocede a 5.254 punti. Sotto la parità il Nasdaq 100, che mostra un calo dello 0,58%; come pure, leggermente negativo l'S&P 100 (-0,53%).

Nell'S&P 500, buona la performance dei comparti materiali (+0,80%), utilities (+0,76%) e beni industriali (+0,67%). Nel listino, le peggiori performance sono quelle dei settori informatica (-1,41%) e telecomunicazioni (-0,91%).

Al top tra i giganti di Wall Street, Nike (+2,13%), Verizon Communication (+2,02%), Home Depot (+1,51%) e Honeywell International (+1,38%).

I più forti ribassi, invece, si verificano su Salesforce, che continua la seduta con -19,91%. Sotto pressione Microsoft, che accusa un calo del 2,28%. Contrazione moderata per Amazon, che soffre un calo dell'1,18%. Sottotono Goldman Sachs che mostra una limatura dello 0,89%.

Tra i best performers del Nasdaq 100, Walgreens Boots Alliance (+3,56%), Warner Bros Discovery (+3,07%), Paypal (+3,01%) e Lululemon Athletica (+2,63%).

Le più forti vendite, invece, si manifestano su CrowdStrike Holdings, che prosegue le contrattazioni a -6,71%. Scende MongoDB, con un ribasso del 5,55%. Crolla Adobe Systems, con una flessione del 5,07%. Vendite a piene mani su Intuit, che soffre un decremento del 4,73%.