(Teleborsa) - "Come emerge dall’indagine di Intesa Sanpaolo sul sentiment delle imprese, il potenziale di crescita degli investimenti green in Italia è alto. Nel biennio 2021-2022 solo il 5,7% delle imprese italiane con almeno 3 addetti ha utilizzato fonti energetiche rinnovabili; si sale al 10,4% nell’industria in senso stretto. Pesano soprattutto i ritardi delle imprese più piccole. Grazie anche al piano Transizione 5.0, nei prossimi anni è attesa un’accelerazione degli investimenti green". Lo ha dichiarato Gregorio De Felice, Chief Economist di Intesa Sanpaolo, intervenuto al Festival dell’Economia 2024 di Trento, quest'anno intitolato "QUO VADIS? I dilemmi del nostro tempo”, approfondendo le sfide green che è chiamata ad affrontare l'economia italiana.

"Sul fronte della transizione green, le imprese si stanno concentrando su queste principali strategie: aumento di energia da fonti rinnovabili, aumento dell’efficienza energetica, raccolta differenziata, utilizzo di materie prime seconde. I distretti industriali, inoltre, - prosegue De Felice - confermano che è più alta la ricerca di fornitori che riducono l’impatto ambientale, soprattutto da parte delle imprese medio-grandi, spesso con funzione di 'capofila'. Ciò produce un effetto "a cascata” verso le imprese più piccole, che vengono indotte a effettuare investimenti sostenibili per continuare a essere partner strategici".

"Tra le imprese distrettuali a più elevata marginalità unitaria (quelle cioè posizionate sopra il terzo quartile per EBITDA margin sia nel 2019 sia nel 2022), la quota di aziende che utilizza impianti di autoproduzione di energia è più alta e pari al 16,6%; nel resto delle imprese ci si ferma all’11,6%. Il 26,8% delle imprese ad alta marginalità ha una certificazione ambientale, rispetto al 19,35% di imprese che ne sono prive", continua De Felice sottolineando la rilevanza dei ritorni degli investimenti in sostenibilità.

"L'accelerazione degli investimenti green richiede l’inserimento in azienda di figure professionali qualificate: secondo Unioncamere la quota di imprese che ha investito in competenze green è passata dal 49,4% del 2018 al 56,4% del 2023.

Nel periodo 2024-28 Unioncamere stima che imprese e PA cercheranno oltre 2,3 milioni di lavoratori con un livello intermedio di competenze green (quasi i 2/3 del fabbisogno del quinquennio); saranno invece quasi 1,5 milioni gli addetti cercati con competenze green elevate (più del 40% del totale)", conclude il Chief Economist di Intesa Sanpaolo.