(Teleborsa) - In uno scenario internazionale caratterizzato da una componente di fondo dell'inflazione ancora elevata in molti paesi, le principali banche centrali hanno proseguito il rialzo dei tassi di interesse, determinando condizioni di finanziamento più restrittive per imprese e famiglie. A maggio, l'indice destagionalizzato della produzione industriale in Italia ha registrato un aumento congiunturale che ha interrotto la fase di calo dei precedenti quattro mesi. Nella media del periodo marzo-maggio, tuttavia, l'indice è risultato in calo dell'1,8% rispetto ai tre mesi precedenti. Nel primo trimestre, il potere d'acquisto delle famiglie è aumentato grazie al rallentamento della dinamica dei prezzi. La propensione al risparmio, pur continuando a ridursi in termini tendenziali, ha segnato un incremento in termini congiunturali. Questa la fotografia scattata dall'Istat nella nota mensile sull'andamento dell'economia italiana.



Le condizioni del mercato del lavoro – rileva l'Istat – sono rimaste favorevoli. A maggio, si è confermata la crescita dell'occupazione e il tasso di disoccupazione è diminuito a fronte di una stabilità di quello di inattività.

Si è ridotto ulteriormente a giugno il differenziale positivo dell'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) tra l'Italia e l'area euro, anche per effetto del forte rallentamento della componente dei listini dell'energia nel nostro Paese.

Gli indicatori di fiducia mostrano segnali discordanti. A giugno, l'indice del clima di fiducia dei consumatori è aumentato, con un miglioramento diffuso a quasi tutte le componenti, mentre la fiducia delle imprese ha segnato una leggera flessione.

Imprese – A maggio, l'indice destagionalizzato della produzione industriale ha interrotto la fase di calo che ha caratterizzato i precedenti quattro mesi, registrando un aumento congiunturale dell'1,6%, a seguito di una crescita di simile entità in tutti i raggruppamenti di industria, ad eccezione del settore dell'energia dove si è avuta una sostanziale stabilità (+0,1%). Nella media del periodo marzo-maggio, tuttavia, l'indice della produzione è risultato in calo dell'1,8% rispetto ai tre mesi precedenti. La flessione è stata diffusa a tutti i principali raggruppamenti di industrieed è stata particolarmente forte nella produzione dei beni intermedi (-2,0%). Il settore delle costruzioni ha segnato ad aprile un marcato calo congiunturale che ha interrotto la crescita registrata nei due mesi precedenti: l'indice destagionalizzato della produzione delle costruzioni è diminuito in termini congiunturali del 3,8%. Il forte decremento di aprile ha portato a una diminuzione congiunturale dell'indice, seppure più contenuta (-0,8%), anche nella media del trimestre febbraio-aprile. Dai permessi di costruire provengono segnali discordanti. Nel primo trimestre, il comparto residenziale ha registrato una crescita congiunturale: il numero di abitazioni in nuovi fabbricati residenziali sono aumentate del 3,7% mentre la superficie utile abitabile del 5,1%. La superficie non residenziale, invece, è diminuita (-3,3%) per il terzo trimestre consecutivo. Tra gennaio e marzo, l'indice dei prezzi delle abitazioni (IPAB) acquistate dalle famiglie, per fini abitativi o per investimento, è risultato per il secondo trimestre consecutivo stazionario (+0,1% la crescita congiunturale che segue il -0,1% dei tre mesi precedenti) a seguito di un aumento dei listini delle abitazioni nuove (+1,6%) e di una diminuzione di quelli delle abitazioni esistenti (-0,2%). Nel primo trimestre, il tasso di investimento delle imprese ha registrato una lieve diminuzione. Il tasso di investimento delle società non finanziarie è stato infatti pari al 24,0%, 0,3 punti percentuali in meno rispetto ai tre mesi precedenti, a seguito di un aumento più marcato del valore aggiunto (+3,2%) rispetto a quello degli investimenti fissi lordi (+1,8%). Nello stesso periodo, anche la quota di profitto delle società non finanziarie ha segnato una flessione, attestandosi al 43,7% (-0,9 punti percentuali rispetto ai tre mesi precedenti). Con riferimento agli scambi con l'estero, le esportazioni italiane, nei primi quattro mesi dell'anno, hanno mostrato una dinamica positiva, crescendo in termini tendenziali del 5,9%. Le importazioni viceversa, nello stesso periodo,hanno mostrato un calo del 3,2%. L'aumento delle vendite all'estero in valore ha sintetizzato un incremento dei valori medi unitari (+9,1%) a cui si è contrapposta una flessione dei volumi delle vendite (-2,9%) sia verso i mercati Ue sia verso quelli extra Ue. Per le importazioni si è osservato invece un forte ridimensionamento degli acquisti in volume dai paesi extra Ue (-10,5%) e un modesto incremento di quelli provenienti dall'Ue. Il saldo commerciale di beni tra gennaio e aprile è risultato positivo per 5,8 miliardi di euro (nello stesso periodo del 2022 era pari a -12,4 miliardi). A maggio, si stima, per l'interscambio commerciale con i paesi extra Ue27, un aumento congiunturale per le esportazioni (+1,2%) e una diminuzione per le importazioni (-4,6%).

Famiglie e mercato del lavoro –
Nel primo trimestre, il potere d'acquisto delle famiglie è aumentato del 3,1% in termini congiunturali, grazie al forterallentamento della dinamica dei prezzi (+0,1% il deflatore implicito dei consumi). La propensione al risparmio, pur continuando il suo calo in termini tendenziali, ha segnato un incremento in termini congiunturali, attestandosi al 7,6% (+2,3 punti percentuali), a fronte di una crescita della spesa per consumi finali (+0,6%) più contenuta rispetto a quella del reddito lordo disponibile (+3,2%). Le condizioni del mercato del lavoro sono rimaste favorevoli. A maggio, si è confermato l'incremento dell'occupazione che ha portato il numero di occupati a 23milioni 471mila. L'aumento ha coinvolto tuttavia solo gli uomini (+0,4%), principalmente i 25-34enni (+1,7%) e in forma più contenuta coloro che hanno almeno 50 anni (+0,1%). L'analisi qualitativa per posizione professionale mostra che l'occupazione è cresciuta solo tra gli autonomi, rimanendo sostanzialmente stabile tra i dipendenti permanenti e calando tra quelli a termine. Nello stesso mese, il tasso di occupazione è salito al 61,2%, (+0,1 punti rispetto ad aprile e +1,1 punti rispetto a maggio 2022) e il numero di disoccupati è diminuito rispetto al mese precedente dell'1,7%, per effetto di una flessione che ha coinvolto uomini, 25-34enni e maggiori di 50 anni di età. Da maggio 2022 il numero di disoccupati è diminuito di 98mila unità. Il tasso di disoccupazione totale è calato al 7,6% a maggio mentre è aumentato quello giovanile che si è attestato al 21,7%. Rispetto ad aprile, è risultato stabile al 33,7% il tasso d'inattività. Nello stesso mese, le vendite al dettaglio sono cresciute in volume dello 0,2% in termini congiunturali trainate dalla componente non alimentare.

Prezzi – A giugno, la stima preliminare indica una variazione tendenziale dell'indice per l'intera collettività (NIC) pari a 6,4% (da 7,6% di maggio) e una stabilizzazione su base mensile. Complessivamente la dinamica del secondo trimestre è risultata in rallentamento (+7,4% da +8,9% tra gennaio e marzo). Nel dettaglio, i beni energetici regolamentati hanno contribuito alla decelerazione della dinamica inflattiva, continuando a mostrare una variazione tendenziale negativa (-29,2% da -28,5% di aprile) che riflette la normalizzazione dell'andamento delle bollette del mercato tutelato. È proseguita la discesa dei listini degli energetici non regolamentati (+8,4% da +20,3%) che includono il calo dei carburanti, e il rallentamento dei beni alimentari lavorati (+11,9% da +13,2%). I prezzi degli alimentari non lavorati sono invece aumentati (+9,6% da +8,8%); quelli degli altri beni non energetici hanno continuato a diminuire mentrequelli dei servizi sono rimasti stabili, fatta eccezione per i trasporti che hanno mostrato una dinamica in rallentamento (+3,8% da +5,6%). L'inflazione di fondo, misurata al netto delle componenti più volatili di prezzo, è diminuita a 5,6% (da +6% di maggio). A giugno, l'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) è cresciuto del 6,7% su base annua (in netta decelerazione da +8,0% di maggio). Si è ridotto ulteriormente il differenziale dell'indice tra l'Italia e l'area euro (che si attesta a 1,2 punti percentuali), grazie anche alla componente dei prezzi dell'energia italiana che ha segnato un forte allentamento tendenziale (+2,0% a giugno da +11,5%). Ad aprile, si è ampliata la flessione su base tendenziale dei prezzi all'import, pari a -6,2% (da -2,6% a marzo) dovuta in particolare alla componente energetica influenzata dalla riduzione delle quotazioni di petrolio e gas naturale sui mercati internazionali. La forte decelerazione dei listini nelle fasi a monte della distribuzione del fenomeno inflattivo, si è riflessa nei prezzi alla produzione dei beni di consumo sul mercato interno che a maggio hanno mostrato un rallentamento su base tendenziale (7,8% da 8,8% di aprile). A giugno, le aspettative dei consumatori sull'andamento dei prezzi nei prossimi mesi sono rimaste stabili, con solo un lieve aumento della media dei giudizi di coloro che si aspettano una flessione nei prossimi 12 mesi. Le imprese di contro, si aspettano in generale un deciso calo dell'inflazione per i mesi successivi.

Prospettive a breve termine – Gli indicatori di fiducia mostrano segnali discordanti. A giugno l'indice del clima di fiducia dei consumatori è risultato in forte aumento (da 105,1 a 108,6) a seguito di un miglioramento di tutte le serie componenti ad eccezione dei giudizi sull'opportunità di risparmiare nella fase attuale. Il clima economico e il clima futuro hanno registrato aumenti più marcati rispetto a quelli del clima personale e di quello corrente. L'indice composito della fiducia delle imprese ha segnato invece una leggera flessione (da 108,6 a 108,3): tutti i comparti hanno mostrato una diminuzione della fiducia (anche se più contenuta nei servizi di mercato) ad eccezione di quello delle costruzioni. Nell'industria manifatturiera tutte le componenti sono risultate in peggioramento anche se, per il terzo trimestre consecutivo, è diminuito il numero di imprese che segnala ostacoli all'attività di esportazione.