(Teleborsa) - Il 2022 non è stato un anno favorevole per il mercato M&A a livello globale con un calo a volume (-17%) e valore (-37%) causato dal timore di una recessione generalizzata, l’aumento dei tassi di interesse, le pressioni inflattive e l’incertezza causata dall’andamento della guerra Russia-Ucraina.

Il contesto macroeconomico generale è parzialmente cambiato nel corso del primo semestre ’23, con un rallentamento dei tassi di inflazione e segnali che anche i tassi d’interesse stiano per raggiungere un picco, per poi iniziare a diminuire. Il mercato M&A mondiale ha tuttavia registrato un ulteriore calo nei primi 5 mesi del 2023 (-13% a volumi e -44% a valore), principalmente concentrato nei settori Financial Services & Transportation & Logistics. La flessione a valore è influenzata dall’assenza di mega-deals, soprattutto di quelli sponsorizzati da investitori finanziari, mentre è più contenuta a volume grazie ad una sostenuta attività di M&A di middle-market e deal annunciati da operatori industriali più “liquidi”.


In controtendenza con lo scenario globale, le operazioni di M&A nei primi 5 mesi del 2023 in Italia sono in aumento a volume (+13.5%), grazie al tessuto industriale italiano, composto principalmente da aziende di middle market, alla presenza di fondi di private equity di dimensioni medie focalizzati sul mercato locale e alle opportunità di aggregazione e consolidamento tramite “platform deals”.

Su un totale di 680 operazioni mappate da Refinitiv e analizzate da PwC, i settori a maggior crescita sono Consumer (+37%) e Technology Media Telecommunication (+26%), ma tutti i settori hanno registrato un incremento a doppia cifra, ad eccezione del comparto Health Industries (-9.8%) e Financial Services (-27%). Le operazioni annunciate in Italia da fondi di PE sono in aumento del 21,6%, crescita più marcata rispetto all’8,6% registrato sulle operazioni annunciate degli investitori strategici, ma mancano deal di grandi dimensioni, più difficili da finanziare.

Secondo le stime di PwC, i prossimi mesi saranno caratterizzati da un’attività sostenuta di mid market, sia a livello globale, che italiano, come leva per guidare la trasformazione e la crescita in ottica strategica, così come dismissioni selettive di portafoglio per gli operatori industriali. Nella seconda parte dell’anno, PwC prevede l’avvio di attività di preparazione alla vendita su partecipate di fondi di private equity di maggiore dimensione, ma il gap bid/ask sul valore, unitamente alle difficoltà e ai costi del financing, potrebbero comportare ulteriori slittamenti o l’esigenza di identificare operazioni “creative” in termini di struttura e funding.

Emanuela Pettenò, Partner PwC Italia, Consumer Markets & Markets Deals Leader, commenta “Siamo ragionevolmente ottimisti sull’attività M&A del secondo semestre, quantomeno a livello italiano, con un’incognita sull’andamento dei tassi di interesse e la conseguente possibilità di finanziare le operazioni di maggiore dimensione. Oggi più che in passato, l’attività M&A acquisisce una valenza strategica per riposizionare i business e sostenere la crescita. Sarà ancora un mercato di mid market, con buone opportunità per gli investitori industriali sia lato buy, per quelli più “liquidi”, che sell, con dismissioni selettive per finanziare investimenti sul core business. Per i compratori, soprattutto finanziari, l’accesso al financing diventa cruciale, unitamente a maggior focus su attività di due diligence, mentre i venditori dovranno dedicare un maggiore impegno all’attività di preparazione alla vendita”.

Nicola Anzivino, Partner PwC Italia, Global Industrial Manufacturing & Automotive Deals Leader aggiunge “C’è grande interesse da parte dei grandi operatori industriali con bilanci solidi ad acquisire competenze distintive nell’ottica di trasformare il loro assetto operativo e tecnologico. I temi ESG stanno diventando un aspetto strategico di creazione di valore per gli operatori del settore industrial manufacturing & automotive, specialmente in Europa”.

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