(Teleborsa) - Per i suoi 10 anni, Brescia Mobilità ha scelto di trasformare i vagoni della metro attraverso le firme di Demsky e Luca Font con i loro giochi cromatici e l’estetica digital, la no profit Yourban2030 ha coinvolto aziende e brand nella riqualificazione urbana da Nord a Sud della penisola, ma anche ad Amsterdam e New York, Var Group ha rilanciato tutto il progetto Var Digital Art, Var Digital Art Award e molto altro.



A promuovere e supportare queste nuove tendenze che vedono protagonista l'arte negli ultimi mesi, è un nuovo mecenatismo che vede, come in un “rinascimento” rivolto al digitale, imprese e aziende private o partecipate promuovere in prima persona l'arte, dove non arrivano altre forme di supporto. Una tendenza che, nell'ultimo anno, appare evidente:



La tecnologia, dunque, incontra l’arte, le aziende e le imprese in una nuova narrazione che riporta la produzione artistica in dialogo con la contemporaneità sfruttando le nuove frontiere dell’intelligenza artificiale, tra estetica del videogioco, Computer Art, Crypto Art, metaverso, NFT, blockchain, AI generative, VR, phygital, ma anche mosaici digitali in bioresina e tanto altro.



Un esempio, tutta la progettualità di Yourban2030, guidata dall’imprenditrice Veronica De Angelis, che - in un ponte costante tra Italia, Europa e Stati Uniti - ha portato nel vecchio continente e oltreoceano prima le pitture fotocataliche attraverso gli ecomurales e poi gli smartwall in bioresina, ma anche la Metro di Brescia che - forte di una rete che ha coinvolto da BCC Brescia a People of Shibuya, brand anch’esso in costante ricerca di tecnologie all'avanguardia che offrano prestazioni di alto livello per l’abbigliamento - sta interamente e letteralmente ridisegnando il suo profilo, trasformando i treni in convogli d'autore e gli spazi del deposito in Museo d’Arte Pubblica.




E se la storia dell'incontro e del dialogo tra tecnologia e proto-tecnologia e arte affonda le radici nel secolo scorso, in Italia, a intercettare prima di altri le nuove tendenze dell'arte digitale, nelle sue diverse declinazioni, è stata Var Digital Art - progetto nato all'interno di Var Group, operatore leader nel settore dei servizi e delle soluzioni digitali per le imprese, come polo dinamico di sperimentazione, studio, ricerca e produzione dedicato al rapporto tra Arte, Digitale e Imprese. Dal 2018 Var Digital Art ha, infatti, avviato una riflessione e indagine sull'avvento e sulla diffusione delle “nuove tecnologie” attraverso i linguaggi dell'arte contemporanea, per riflettere sul loro valore culturale e sul loro impatto sociale in ogni ambito.




Nasce da qui la collaborazione con IULM AI Lab, la cui prima espressione è il forum “Le nuove frontiere dell’arte al tempo delle AI Generative”, il 29 Giugno 2023 alle ore 11.00, un momento per condividere idee sul tema arte e AI - tra formazione ed impresa e le rispettive esperienze dello IULM AI Lab e di Var Digital Art. Aperto dal professor Guido Di Fraia, Presidente dello IULM AI Lab, prorettore all’innovazione e all’intelligenza artificiale, ed Alessandro Tiezzi, Head of Var Digital Art, al dibattito interverranno anche Rebecca Pedrazzi (storica e critica d’arte, IULM AI Lab), Davide Sarchioni (Art Director, Var Digital Art), Martina Rella (art project manager, IULM AI Lab), Jacopo Romagnoli - Head of Innovation - WEB3, Var Group - member of the board, Var Digital Art).



Il forum sarà anche l'occasione per annunciare un ulteriore progetto frutto della sinergia tra IULM AI Lab e Var Digital Art: VDA Award, il premio a cadenza biennale istituito da Var Digital Art by Var Group che avrà il suo incipit a luglio 2023. VDA Award sarà rivolto agli artisti italiani la cui ricerca costituisce un'eccellenza nell'ambito delle sperimentazioni artistiche legate all'impiego delle tecnologie digitali. La partecipazione al premio è su invito formulato da un comitato scientifico composto da critici, curatori, studiosi ed esperti nominati per l'occasione. Il vincitore avrà la possibilità di partecipare ad alcuni dei LABS dello IULM AI Lab per l'anno 2024.


Più in generale, il messaggio è che l'arte digitale, nata da quella "Gen Z" e da quella "Nerd Generation" cresciuta tra codici e algoritmi, sta trovando il suo spazio di riconoscimento ed elezione, innestando nell'immaginario collettivo una considerazione in grado di ridisegnare scenari: l'arte digitale è arte, può raccontare il mondo attraverso sue regole proprie in grado di permeare la quotidianità e la nuova fruizione dell'arte stessa.