(Teleborsa) - I ministri degli Interni dell'Unione europea, riuniti in Lussemburgo al Consiglio Affari interni, dopo 12 ore di negoziato e 2 tentativi di voto hanno raggiunto un accordo sul nuovo Patto sulla migrazione. Sostegno ampio: contrari infatti solo Ungheria e Polonia con l'astensione invece di Malta, Slovacchia, Lituania e Bulgaria. Tutti gli altri a favore, Italia compresa. Per l’approvazione definitiva si dovrà trovare ora una posizione comune con il Parlamento Europeo. Il nodo finale era trovare un testo soddisfacente sulla definizione dei Paesi terzi sicuri dove sarà possibile inviare i migranti che non ricevono asilo.

La decisione presa ruota infatti intorno alla procedura d'asilo e alla gestione dell'asilo e della migrazione, cioè non l'intera riforma che sarebbe stata ben più ampia. Tutto si focalizza infatti su controlli e responsabilità. A contare non è il migrante singolo ma il “posto” e siccome la domanda di richiesta asilo dovrà essere evasa entro 12 settimane si calcola che il primo anno il tetto sarà di 60 mila persone, poi 90mila e infine120mila. Il tutto ripartito tra i 27 sulla base di PIL e popolazione. Sarà poi la Commissione a stabilire se un Paese ha bisogno della solidarietà in caso di crisi. In quel caso sarà esentato dalla procedura di frontiera Ue e potrà accedere al bacino di 30 mila ricollocamenti. La novità sta nel fatto che l'Italia ha ottenuto che queste risorse confluiscano in un fondo gestito da Bruxelles per "attuare progetti concreti per la cosiddetta dimensione esterna".

"Questo è davvero un grande passo! Congratulazioni alla commissaria Ylva Johansson e alla svedese del Consiglio Ue per la perseveranza e il duro lavoro". Così il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, in un tweet, ha commentato l'accordo sul Patto Migrazione e asilo.

"Soddisfatta di essere riuscita a porre la questione. Quando noi non riusciamo a reggere i flussi migratori, in qualche modo il problema diventa di tutti", ha dichiarato invece la premier Giorgia Meloni. "Il problema ce lo abbiamo tutti e occorre risolverlo all’inizio, alla partenza. Sono soddisfatta di essere riuscita a porre la questione perché – ha aggiunto - è il modo per affrontarla insieme, così come sono soddisfatta del viaggio che faremo domenica con la presidente Von der Leyen e il primo ministro olandese Mark Rutte in Tunisia per affrontare un’altra grande questione che è italiana, ma anche europea".

"L'Italia ha ottenuto il consenso su tutte le proposte avanzate nel corso del Consiglio odierno. In primis, abbiamo scongiurato l'ipotesi che l'Italia e tutti gli Stati membri di primo ingresso venissero pagati per mantenere i migranti irregolari nei propri territori. L'Italia non sarà il centro di raccolta degli immigrati per conto dell'Europa", ha affermato il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, dopo il voto al Consiglio Affari interni. "L'Italia ha avuto una posizione di grande responsabilità e ha trovato corrispondenza da altri Paesi: abbiamo cercato di rendere attuabili le procedure di frontiera, processo che noi riteniamo debba andare avanti. Volevamo che non passassero formulazioni dei testi che depotenziassero la possibilità di fare accordi con Paesi terzi, sempre nell'attuazione della proiezione sulla dimensione esterna", ha aggiunto.

Di tutto altro avviso il viceministro degli Interni polacco, Bartosz Grodecki. "Politicamente, pragmaticamente questo meccanismo" di ricollocamento dei richiedenti asilo in Ue "è inaccettabile per noi". Il viceministro ha poi equiparato il contributo finanziario per ciascun migrante non accolto a una "sanzione", sostenendo che tale contributo non sarà "in alcun modo accettato, né consentito nel nostro Paese. Non riusciamo a spiegare a una società che ha accolto oltre un milione di profughi di guerra dall'Ucraina che ora se non ne accettano di più, dovranno pagare di tasca propria", ha aggiunto.