(Teleborsa) - Continua a soffrire la manifattura in Europa, compensata dal buon andamento dei servizi, che si confermano in espansione e spingono i prezzi su nuovi massimi. Un binomio che parla di un'alta inflazione associata ad una fase di rallentamento dell'economia, che potrebbe costringere di nuovo la BCE a stringere i cordoni della politica monetaria. E' il quadro tratteggiato stamattina dai numeri preliminari degli indici PMI relativi al sentiment dei direttori acquisto delle aziende.

Secondo le stime preliminari di S&P Global, l'indice PMI manifatturiero è sceso ancora ad aprile a 45,5 punti dai 47,3 precedenti, risultando inferiore ai 48 punti attesi dagli analisti. Una soglia che resta inferiore a quella critica di 50 e che denota ancora una contrazione dell'attibvità. Si rafforza invece il PMI dei servizi, attestandosi a 56,6 punti rispetto ai 55 precedenti e ai 54,5 punti attesi. Di conseguenza, il PMI composito si porta a 54,4 punti dai 53,7 precedenti ed attesi.

Fra le maggiori economie europee, la Germania mostra un deterioramento del PMI manifatturiero a 44 da 44,7 punti, sotto il consensus di 45,7 punti, e un aumento del PMI sevizi a 55,7 da 53,7 (sopra il 53,3 atteso). In Francia, il PMI manifatturiero si porta a 45,5 da 47,3 (47,8 punti il consensus) e il PMI servizi sale a 56,3 da 53,9 (era atteso 53,4).

“Gli indici PMI della Zona Euro mostrano una immagine complessiva di un’economia in continua ripresa", commemnta Cyrus de la Rubia, Chief Economist presso Hamburg Commercial Bank, notando "uno sguardo più attento mostra però che tale espansione è molto sbilanciata. Per esempio, sta diventando sempre più ampio il divario tra la crescita galoppante di parte del settore dei servizi e l’indebolimento del settore manifatturiero. È inoltre degno di nota il forte declino della produzione manifatturiera della Francia, mentre in Germania lo stesso settore è ancora in leggera espansione".

Quanto ai prezzi di acquisto e di vendita, si sottooinea che "non stanno mostrando rallentamenti significativi" e questo "aumenta le possibilità che la BCE inasprirà la politica monetaria sempre di più, o per un periodo più lungo".