(Teleborsa) - Il governo durante la riunione del Consiglio dei ministri, su proposta del ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare Nello Musumeci, ha deliberato lo stato di emergenza su tutto il territorio nazionale a seguito dell'eccezionale incremento dei flussi di persone migranti attraverso le rotte del Mediterraneo. Lo stato di emergenza, sostenuto da un primo finanziamento di 5 milioni di euro, avrà la durata di sei mesi.
"Abbiamo deciso lo stato di emergenza sull’immigrazione per dare risposte più efficaci e tempestive alla gestione dei flussi", ha spiegato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. La soluzione consente di sbloccare fondi e poteri che permetteranno di gestire più rapidamente le criticità emerse con il moltiplicarsi degli arrivi, visto che dall’inizio del 2023 sono 31.200 migranti, registrando il +300% rispetto all’anno scorso, riempiendo tutti gli hotspot attualmente presenti nel Paese. "Abbiamo aderito volentieri alla richiesta del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, ben consapevoli – ha aggiunto Musumeci - della gravità di un fenomeno che registra un aumento del 300 per cento. Sia chiaro, non si risolve il problema, la cui soluzione è legata solo ad un intervento consapevole e responsabile dell'Unione europea".
La soluzione consente al governo di affrontare con mezzi e poteri straordinari una calamità, dalle crisi umanitarie agli eventi naturali come terremoti o alluvioni. Si tratta di un atto amministrativo regolato dal codice di Protezione civile. Al momento in Italia sono in vigore circa una ventina di provvedimenti questo tipo: dall’emergenza dei profughi dell’Ucraina a diversi casi di alluvione, spesso decisi anche dopo la richiesta del presidente di una Regione o di una Provincia autonoma interessata. L’unico precedente in materia di migranti risale invece al 2011 con il governo Berlusconi e prevedeva un piano di equa distribuzione nelle regioni dei profughi provenienti dal Nordafrica, anche se all’epoca la legge prevedeva norme diverse.
Nello specifico, lo stato d’emergenza nazionale è regolato dall’articolo 24 del Codice della Protezione civile sulla base di alcuni requisiti definiti nell’articolo 7: "emergenze di rilievo nazionale connesse con eventi calamitosi di origine naturale o derivanti dall’attività dell’uomo che in ragione della loro intensità o estensione debbono, con immediatezza d’intervento, essere fronteggiate con mezzi e poteri straordinari da impiegare durante limitati e predefiniti periodi di tempo".