(Teleborsa) - Gli Stati Uniti hanno creato 236mila posti di lavoro, nel mese di marzo, confermando la solidità del mercato americano nonostante la serie di rialzi dei tassi da parte della Federal Reserve.
Si tratta comunque di un rallentamento rispetto ai 326mila occupati creati il mese precedente. Il tasso di disoccupazione è sceso dal 3,6 al 3,5 per cento mentre le retribuzioni sono aumentate dello 0,3% sul mese precedente.
I recenti dati macroeconomici negli Stati Uniti - spiega Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia - hanno mostrato un "rallentamento dell’economia" USA. Dal calo degli ordini alle fabbriche ai deludenti dati sul mondo del lavoro a marzo, dalla contrazione del comparto manifatturiero al forte rallentamento delle attività nel settore dei servizi.
I dati odierni sul mondo del lavoro confermano le cifre precedenti (jolts su offerte di lavoro, stima ADP su nuovi impieghi e richieste sussidi di disoccupazione) e dimostrano che il mondo del lavoro statunitense sta incominciando a evidenziare i primi segnali di rallentamento della crescita. Tuttavia il tasso di disoccupazione è ancora molto basso e la creazione di posti di lavoro è comunque ben superiore alle 200 mila unità. Anche la crescita dei salari ha mostrato solamente un leggero rallentamento su base annuale.
Il report sul mondo del lavoro di marzo - sottolinea Diodovich - non porta abbastanza argomentazioni per i membri "più dovish" del FOMC per interrompere il processo di rialzo dei tassi di interesse.
Dal prossimo meeting del FOMC, la commissione operativa della Fed, manca ancora tanto tempo, ben 4 settimane. I prossimi dati macroeconomici saranno fondamentali per capire quali saranno le prossime scelte della banca centrale statunitense in materia di politica monetaria (martedì prossimo ci sarà la pubblicazione dell’indice dei prezzi al consumo di marzo). Inoltre i banchieri centrali statunitensi continueranno a monitorare da vicino l’andamento delle banche regionali che continua a preoccupare per la stabilità del sistema finanziario (soprattutto dopo la conferma da parte di Western Alliance di un forte deflusso di depositi nel primo trimestre).
Manteniamo, per il momento - conclude il Senior Market Strategist di IG Italia - le "nostre attese su un aumento dei tassi di 25 punti base da parte della Fed nella riunione del FOMC" dei primi di maggio con un presidente, Jerome Powell, che sarà, tuttavia, molto dovish segnalando una possibile pausa nel processo di rialzo dei tassi a giugno. Crediamo che "le pressioni inflazionistiche siano ancora troppo persistenti" su livelli alti per spingere la Fed a interrompere il proprio processo di rialzo del costo del denaro.
(Foto: Salvatore Cavalli)
USA, lieve frenata del mercato del lavoro. Le prossime mosse Fed? Un rebus ancora da risolvere
Creati +236mila posti di lavoro
07 aprile 2023 - 17.38