(Teleborsa) - L'indice ESG 2022 pubblicato da Global Risk Profile (GRP) ha rivelato un calo dei punteggi globali rispetto all'anno precedente. L'indice ESG misura i rischi legati all'ambiente, ai diritti umani e alla salute e sicurezza delle persone in tutto il mondo. Nonostante la crescente attenzione ai temi ESG e agli obiettivi di sostenibilità, insieme all'aumento delle iniziative ESG e alle normative vincolanti con requisiti di informativa, infatti, tutte le regioni analizzate – Nord America, Sud America, Europa, Africa, Asia e Oceania – mostrano un netto calo della loro performance media nell'indice ESG tra il 2021 e il 2022, suggerendo che resta ancora molto lavoro da fare.
L'impatto ambientale è il problema principale, poiché i punteggi per i diritti umani e la salute e la sicurezza sono rimasti relativamente stabili in tutto il mondo. Il calo dei punteggi ambientali può essere attribuito a vari fattori, tra cui il rimbalzo dell'attività economica in seguito alla pandemia di COVID-19, che ha aumentato le emissioni di gas serra e i livelli di inquinamento. Pratiche inadeguate di gestione dei rifiuti e protezione insufficiente della biodiversità hanno anche effetti a lungo termine sull'ambiente. Ciò evidenzia l'urgente necessità di politiche e iniziative ambientali più forti per mitigare gli effetti negativi delle attività umane sul mondo naturale.
L'Europa mantiene il suo gap con le altre regioni del mondo (29,45), ben davanti a Sud America (40,33), Nord America (41,17), Oceania (41,77), Asia (48,17) e Africa (57,55). Le prime tre posizioni sono ancora una volta detenute dai paesi nordici, con la Finlandia al primo posto, seguita dall'Islanda al secondo e dalla Norvegia al terzo. La Svezia è al quarto posto, mentre il Portogallo è salito dal nono al quinto posto, scalzando la Svizzera al settimo posto dietro all'Italia (6°).
Nella classifica mondiale di quest'anno, gli Stati Uniti sono al 42° posto, in netto calo rispetto al Canada, che detiene l'11° posto, ma se la cava meglio del Messico, che si trova al 68° posto. In Asia, sia la Cina che l'India sono scese nelle rispettive classifiche, con la Cina che è scesa di 11 posizioni al 118° posto e l'India è scivolata dal 139° al 145°. Tuttavia, il calo più significativo in Asia è stato quello della Mongolia, che ha perso 27 posizioni e ora si trova al 91° posto. L'attuazione delle misure per controllare la diffusione del Covid-19 ha fatto luce sulle principali sfide in materia di diritti umani in Mongolia, per quanto riguarda la libertà di espressione, la riunione pacifica e il trattamento degli operatori sanitari. La classifica della Mongolia risente anche della sua inadeguata protezione ambientale, con l'inquinamento atmosferico in costante aumento.
La classifica dell'Indice ESG si chiude con la Somalia (183°), individuata come il Paese con il più alto rischio ESG per il secondo anno consecutivo. Precedono la Somalia la Repubblica Democratica del Congo (182°), il Ciad (181°), la Repubblica Centrafricana (180°) e il Sudan (179°).
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