(Teleborsa) - Lo stipendio di molti docenti e ATA subirà delle riduzioni: come ricorda Orizzonte scuola, “da marzo si pagano le addizionali regionali e comunali. Indicazioni anche per le supplenze brevi”. A circa un milione di insegnanti e Ata con contratto a tempo indeterminato e determinato con scadenza 31 agosto e 30 giugno 2023, è stato infatti applicato il conguaglio fiscale con molti casi di riduzione di importo per via del calcolo a debito (anche molto oneroso). Con la mensilità di febbraio 2023 entrerà in vigore anche la nuova indennità di vacanza contrattuale: si tratta di un esiguo elemento accessorio una tantum, una sorta di anticipazione da assegnare solo per il 2023, da corrispondere per tredici mensilità, nella misura solo dell’1,5 per cento dello stipendio, in attesa dei rinnovi contrattuali per il triennio 2022-2024 che, come è noto, sono tutti scaduti già da 11 mesi.
Il problema - spiega il Sindacato ANIEF - è che l’indennità di vacanza contrattuale assegnata dovrebbe essere dieci volte tanto: la somma assegnata in busta paga va dai 6 ai 14 euro, a seconda dei profili professionali e del livello di carriera raggiunto, per una media quindi che a stento arriva a 10 euro mensili. “Questo aumento dovrebbe essere mediamente pari a quasi 100 euro al mese, perché è la legge a prevederlo: nel 2022 il costo della vita è stato pari all’8,1%, poi c’è il 2023, per il quale si prevede almeno un altro 4,3% di inflazione: mentre il nostro Ufficio Studi ha calcolato un incremento nello stesso periodo di quasi il 15%. Anief ha quindi deciso di procedere con una compagna di recupero del tasso indennità di vacanza contrattuale, gratuita e senza impegno, adeguatamente aggiornato e che qiundi si ponga in aperto contrasto per l’applicazione di un’aliquota ridotta in chiara violazione della legge”.
Anief ricorda in una nota che il costo della vita si va ad aggiungere al problema dei lavoratori della scuola che percepiscono stipendi ai quali mancano annualmente quasi 5 mila euro rispetto alla media della Pubblica amministrazione e in ritardo abissale rispetto ad altri Paesi europei come la Germania e quelli d’oltremanica. C’è poi anche il problema che oggi in Italia lo stipendio degli insegnanti precari o assunti in ruolo nei primi otto anni di carriera risulta inferiore a quello di un operaio che opera nel campo edilizio: se questi percepisce in media 1.600 euro al mese, un docente laureato collocato nella fascia stipendiale iniziale si ferma a meno di 1.500 euro mensili. Anche in Francia i compensi iniziali risultano non altissimi, ma non certo ai livelli sotto la soglia della dignità che vengono assegnati nel nostro territorio nazionale: nel paese transalpino, scrive Le Monde, lo stipendio degli insegnanti pur risultando in decrescita si colloca sempre ben al di sopra di quello di un operaio edile.
“Un insegnante in Italia nel 1993 guadagnava 29 milioni lire: per quale motivo – spiega il Presidente Marcello Pacifico - lo stesso docente nel 2023 ha perso metà stipendio, visto che va a prendere in media 29 mila euro? Questo significa che negli ultimi 30 anni il personale della scuola ha perso quasi metà del valore della busta paga. Nello stesso periodo, un operario edile ha avuto invece quasi raddoppiato lo stipendio. E anche il salario minimo è di fatto raddoppiato per gli altri lavoratori italiani”.
E proprio in questo contesto diventa indispensabile recuperare l’indennità di vacanza contrattuale piena prevista per legge, da assegnare almeno per gli anni 2022 e 2023: ad un insegnante laureato della secondaria ad inizio carriera vengono infatti assegnate, da questo mese, la miseria di poco più di 9 euro mensili, a fronte degli 85 euro circa che dovrebbe percepire. Ecco perché Anief ha prodotto una diffida per recuperare il "maltolto" creando una pagina internet apposita, attraverso la quale presentare direttamente la richiesta per aderire alla campagna di recupero - in attesa della sottoscrizione del Ccnl 2022/2024 - dell'indicizzazione dell'indennità di vacanza contrattuale liquidata mensilmente negli stipendi a decorrere dal 1° aprile 2022 secondo l'aggiornamento Nadef per l'indice del tasso di inflazione programmata 2022 e per il tasso previsionale 2023.