(Teleborsa) - Questa mattina al Ministero delle Imprese e del made in Italy tavolo di confronto Governo-azienda-sindacati per la verifica del piano industriale "Dare Forword 2030" di Stellantis coordinato dal ministro Adolfo Urso. Il ministro ha garantito la continuità con quanto fatto dal Governo precedente e ha ribadito la scelta di sostenere la neutralità tecnologica. Urso in particolare ha sottolineato che su quest'ultimo punto l'esecutivo però continuerà la battaglia in sede europea, dossier sul quale il precedente governo si era arreso. Per quanto riguarda invece il finanziamento a sostegno del settore, per il periodo 2022-2024 è già programmata la spesa di 2,4 miliardi di euro mentre restano 6 miliardi da spendere entro il 2030.

Il confronto tra Governo, Stellantis e sindacati è "importante" e "significativo" per "verificare gli impegni dell'azienda, gli investimenti, la riconversione industriale, i nuovi prodotti, anche fronte delle importanti risorse che lo Stato ha messo in campo, anche con gli incentivi alla domanda, con l'obiettivo di mantenere e rafforzare la produzione di questo settore così fondamentale dell'industria italiana e, quindi, i livelli occupazionale di tutta la filiera dell'automotive", ha dichiarato il ministro. "Siamo in campo e lo abbiamo ribadito anche in Europa - ha aggiunto - per ottenere condizioni migliori e accompagnare la riconversione industriale con il fine di raggiungere gli obiettivi di rispetto ambientale che tutti noi ci siamo proposti, ma mantenendo produzione e occupazione nel nostro Paese".

Davide Mele, senior vice president Corporate Affairs di Stellantis Italia, secondo quanto riferito dai sindacati, ha confermato gli impegni dell'azienda in termini di investimenti e livelli occupazionali per l'Italia che rimane un "pilastro fondamentale" del Piano Dare Forward che prevede 30 miliardi previsti al 2025 a livello globale per elettrificazione, con 4 nuove piattaforme, e software. Per il 2023, sugli "stop and go" degli impianti legati alla fornitura dei semiconduttori, Mele ha dichiarato che la situazione al momento "rimane incerta", anche per l'Italia. Mele ha ribadito che l'obiettivo di Stellantis "è rendere accessibile a tutti la mobilità elettrica" e per farlo sarà "necessario abbattere i costi". Fondamentale anche pensare a "nuovi incentivi" per lo sviluppo della mobilità elettrica che vede l'Italia in controtendenza rispetto ai principali mercati europei.

Fra gli stabilimenti, Mele ha citato Melfi dove è stato confermato che dal 2024 saranno prodotti 4 nuovi modelli elettrificati per diversi brand. Cassino invece sarà lo stabilimento di riferimento per il segmento premium, oltre alla produzione di Maserati Grecale Folgore. Pomigliano proseguirà con la produzione Alfa Romeo Tonale e Panda. A Mirafiori ci sarà la produzione di Maserati Quattroporte e Gran Cabrio e 500 elettrica e di frizioni per le auto elettriche. Confermato il ruolo di hub dell'economia circolare.

Per il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, il confronto Governo-Stellantis-sindacati non ha chiarito come si affronta il processo di transizione ecologica. "Oggi ci sono stati rappresentati quali sono i modelli e gli eventuali investimenti, ma non c'è stato nessun chiarimento su come voglio affrontare la transizione: con quali stabilimenti, quali forze organiche, la componentistica e le produzione. Se non si affrontano questi temi rischiamo di avere una prospettiva che non è quella che a noi interessa".

Per Simone Marinelli, coordinatore automotive per la Fiom-Cgil, Stellantis non ha portato "nessun elemento di novità" rispetto a quanto annunciato su garanzie degli stabilimenti e delle attività in Italia. "Per tornare ad essere uno dei primi Paesi produttori in Europa occorrono nuovi modelli e nuovi volumi per saturare la capacità produttiva installata - ha aggiunto - quindi tornare a produrre quasi 2 milioni di veicoli, a fronte dei poco più di 460mila prodotti nel 2022" Secondo il sindacalista "il fondo sull'automotive deve essere utilizzato prioritariamente per rilanciare la produzione e insieme con le risorse del PNRR per investire sulle infrastrutture. Gli incentivi non bastano a far ripartire il settore. Ci sono priorità, a partire dall'aumento del salario dei lavoratori". "L'incontro di oggi - ha concluso - deve aprire un confronto tra azienda, sindacati e Governo per arrivare a un accordo condiviso su tre punti: produzione, occupazione e salario".

Un primo incontro "positivo" per il segretario nazionale della Fim-Cisl, Ferdinando Uliano che ha evidenziato l'importanza delle conferme in merito allo stabilimento di Melfi. "Abbiamo chiesto un impegno al gruppo per l'indotto. Ci aspettiamo che anche il Governo dia una risposta in tal senso, dato che il comprensorio di Melfi è particolarmente delicato perché costruito intorno alla fabbrica". Uliano ha fatto sapere che sono arrivate conferme anche sull'investimento nella gigafactory di Termoli. "Importanti anche le conferme su Mirafiori ed economia circolare. È stato annunciato che lo stabilimento di Cassino, che è il più in sofferenza per quanto riguarda i volumi, sarà quello che rappresenterà il futuro dei Suv premium. Ci aspettiamo che nei prossimi mesi ci siano delle nuove assegnazioni".