(Teleborsa) - Rischia di entrare in grave difficoltà un comparto strategico dell’Italia alimentare, la birra: il balzo in alto dei costi di produzione ne mette a rischio il futuro. E, assieme ad esso, la ricchezza e l’occupazione che la sua filiera porta al Paese. È quanto emerge da un’analisi di Osservatorio Birra, con la presentazione del 6° Rapporto “La creazione di valore condiviso del settore della birra in Italia”, realizzato da Althesys.
In un anno e mezzo, dal 2021 al primo semestre 2022, i prezzi di materie prime strategiche come mais e malto d’orzo, sono cresciuti dell’80 e del 95%; raddoppiati quelli degli imballaggi e dei materiali, soprattutto il vetro; addirittura quadruplicati quelli dell’energia elettrica. Nel 2022, a parità di valori di vendita rispetto al 2021, per i birrifici l’incidenza dei costi di materie prime ed energia sul valore della produzione è aumentata del +50%. Parliamo di un aumento di 20 punti percentuali, superiore anche alla marginalità del
settore nel 2021 (17,1%).
Secondo Osservatorio Birra, le conseguenze per il settore, incastrato tra l’aumento dei costi e la riduzione del potere d’acquisto degli italiani, rischiano di intaccare valore e occupazione della filiera, ma anche di azzerare quel “fenomeno birra” che in dieci anni ha reso questa bevanda al centro della gastronomia e della socialità degli italiani. Un calo del 5% dei ricavi del settore – ipotizzabile sulla base di una dinamica classica che vede nell’aumento dei prezzi una possibile diminuzione della domanda - porterebbe a perdite operative per almeno un birrificio su 2 (48%). Quelle stesse aziende che, negli ultimi 4 anni, non hanno mai smesso di investire (250 milioni di euro tra impianti e risorse umane) e che sono uscite con le loro forze dai due anni più difficili di sempre. Proprio quando la risalita sembrava vicina, al peso dei costi rischia di aggiungersi anche un nuovo aumento delle accise sulla birra, che rischia di spingere a terra un comparto che già si mantiene in un equilibrio instabile. Inoltre, secondo Osservatorio Birra, gli effetti dei rincari registrati finora non saranno limitati al 2022 e le aziende dovranno fronteggiare una forte incertezza anche l’anno prossimo. In questa prospettiva, il 2023 appare un anno di sfide con pressioni sui margini.
C'è da considerare, tra l'altro, che secondo lo studio, la filiera della birra nel 2021 ha generato 9,4 miliardi di euro di
valore condiviso, che corrispondono a mezzo punto percentuale (0,53%) del nostro PIL e al 5% dei fondi previsti dal PNRR. Altrettanto importante sottolineare che la birra non ha portato ricchezza solo a chi la produce: solo il 2% dei 9,4 miliardi di valore condiviso è “trattenuto” dai birrifici, il resto viene distribuito ai lavoratori della filiera e allo Stato. E infatti, ogni euro di birra venduta ne ha generati 6,4 lungo l’intera filiera. Ne beneficiano soprattutto le fasi a valle (distribuzione e vendita, con 7.341 milioni di euro), mentre la birra ha portato un cospicuo contributo alle casse dello Stato: 4.206 milioni di euro tra Iva, imposte e contributi sul reddito e sul lavoro. Inoltre, la filiera della birra ha distribuito 2.348 milioni di euro di salari, dando lavoro a oltre 95mila famiglie, con un valore di circa 30 occupati per ogni addetto alla produzione.
Birra: balzo dei costi di produzione, a rischio filiera da 9,4 miliardi
22 novembre 2022 - 13.44