(Teleborsa) - Le sanzioni imposte da Usa e Ue contro la Russia, a seguito dell'invasione dell'Ucraina, rischiano di spingere vari paesi a creare "sistemi di pagamento paralleli", sganciati dai circuiti internazionali attuali, per mettersi al riparo dall'esser colpiti, a loro volta, da eventuali restrizioni. E' quanto ha affermato la direttrice del Fondo monetario internazionale, Kristalina Georgieva intervenendo ad una conferenza sul sistema monetario internazionale, organizzata dalla Banca nazionale svizzera.



"L'invasione della Russia in Ucraina ha causato non solo terribili sofferenze umane, ma anche uno shock economico globale e un forte aumento del rischio di una nuova guerra fredda - ha detto -. Alcuni paesi potrebbero considerare lo sviluppo di sistemi di pagamento paralleli e sganciati, per mitigare il rischio di potenziali sanzioni economiche. Questi blocchi di pagamenti peggiorerebbero soltanto l'impatto di blocchi economici più ampi, creando nuovi inefficienze e imponendo nuovo i costi".

Più in generale, secondo Georgieva bisognerebbe utilizzare "piattaforme digitali pubbliche" allo scopo di "modernizzare" i sistemi di pagamento tra paesi e ridurre i rischi di frammentazione. Il sistema di pagamento internazionale, che consente di cambiare le valute e trasferire flussi di capitale tra Paesi "sta fronteggiando sfide impegnative".

Per la Direttrice del Fondo Monetario, i criptoasset consentono di operare in maniera "pseudo anonima", senza fare vedere il paese di residenza del detentore, e anche sfruttando lacune regolamentari possono ostacolare le attività di controllo delle autorità, inficiando i meccanismi di gestione dei flussi di capitali con l'estero. E data l'importanza della gestione dei flussi di capitali e i possibili contraccolpi di questo segmento, l'istituzione di Washington raccomanda una strategia articolata su piu' versanti. "In alcuni Paesi - si legge - i cripto asset sono diventati uno strumento rilevante su pagamenti e investimenti speculativi, sulla spinta di fattori macroeconomici, istituzionali e demografici. I cripto asset possono essere scambiati in maniera pseudo anonima e detenuti senza identificare la residenza del detentore. Molti i provider di servizi cripto operano tra frontiere, rendendo più difficile la vigilanza e l'applicazione della legge da parte delle autorità nazionali. Il Fmi ricorda che i flussi di capitali possono portare benefici consistenti ai paesi ma anche rischi.

"In questo settore far rispettare leggi e regole e tipicamente implica che gli intermediari finanziari verifichino la natura delle transizioni e delle identità delle parti coinvolte - si legge - ma sui cripto asset tutto questo si trova di fronte crescenti sfide". E "le sfide poste da cripto asset sono accresciute dalle lacune nelle leggi e nei sistemi regolamentari, dato che lo status legale dei cripto asset spesso non e' chiaro e le norme sulla gestione dei flussi di capitale non li coprono". Per questo il Fmi suggerisce ai policy maker una strategia a piu' livelli. Iniziando da "fare chiarezza sullo status legale dei cripto asset" e dall'assicurare "che vengano inquadrati nelle regole e nella vigilanza sui flussi di capitali".

Poi è necessario "sviluppare un approccio legale comprensivo e coordinato riguardo a persone e enti impegnati in attività e servizi sui cripto asset". Terzo, il Fmi raccomanda di "stabilire accordi di collaborazione internazionali per la vigilanza sui cripto asset". Quarto, chiede di intervenire sulle lacune che riguardano anche dati e sistemi tecnologici "per creare modelli di identificazione di anomalie e indicatori di allarme anticipati, che consentano un monitoraggio tempestivo sull'attuazione delle regole sui flussi di capitali".