(Teleborsa) - Poste Italiane respinge gli addebiti dell'Antitrust per la "presunta" violazione del Codice di Consumo, nel servizio di recapito delle raccomandate, ed annuncia che presenterà ricorso al TAR del Lazio per tutelare "la propria immagine e reputazione, i propri diritti e la correttezza delle proprie condotte".
La società definisce "priva di qualsiasi fondamento" l’accusa di aver posto in essere azioni che ingannino i clienti in merito alle caratteristiche del servizio raccomandate e ricorda che nel 2019 sono stati consegnati oltre 120 milioni di pezzi, ricevendo, nel medesimo periodo, meno di 1000 reclami relativi agli avvisi di giacenza, pari allo 0,00008% del totale delle raccomandate regolarmente gestite. Una dimensione che definisce "fisiologica" rispetto ai volumi complessivi del servizio erogato.
Poste poi si dice "esterrefatta" per quanto affermato dall'Autorità per la concorrenza sui servizi di notificazione a mezzo Posta e riguardo all'affermazione relativa al presunto "grave danno" che Poste avrebbe arrecato al sistema giustizia del Paese.
"Si tratta di un servizio e di condotte che mai sono state oggetto della procedura istruttoria e che solo oggi emergono dalla comunicazione dell’Antitrust", sottolinea una nota di Poste, che aggiunge "si tratta di un servizio del tutto differente dalle raccomandate, rigorosamente disciplinato dal legislatore e in merito al quale, da decenni, Poste Italiane garantisce il corretto funzionamento del Sistema Giustizia su tutto il territorio nazionale".
Poste Italiane, infine, "respinge totalmente l’accusa di non aver attivato misure di monitoraggio, controllo e correzione di eventuali anomalie" e ricorda che "dall'aprile del 2019 sono state introdotte ulteriori azioni massive di controllo mai utilizzate prima ed ulteriormente rafforzate nel corso del procedimento così come rappresentato all’Autorità".
Poste all'Antitrust: "Ipotesi infondate". E annuncia ricorso a TAR
15 settembre 2020 - 15.10