(Teleborsa) - "Questo Parlamento ha esaurito la sua funzione". Con queste parole il Premier britannico Boris Johnson ha argomentato la mozione annunciata nei giorni scorsi e presentata dal suo Governo per chiedere alla Camera dei Comuni l'ok ad elezioni anticipate il 12 dicembre. Il Premier Tory ha aggiunto che avrebbe "preferito attuare la Brexit" il 31 ottobre come aveva promesso, ma ha accusato la Camera di aver rinviato il suo deal e l'opposizione di non rispettare il referendum del 2016: il risultato è un rinvio di "altri tre mesi" che il popolo non vuole e a un costo di "un miliardo di sterline al mese in più".
"Io non mi fido del Primo Ministro e la maggioranza del Paese non si fida", ha detto il leader laburista Corbyn respingendo la mozione. Subito dopo ha accusato il premier di essersi rimangiato "tutte le promesse" sulla Brexit confermando, come aveva ribadito più volte, di essere favorevole a elezioni anticipate, ma non a dicembre, almeno fino a quando non ci saranno garanzia che il No Deal non sia "escluso dal tavolo".
Nella giornata di oggi, lunedì 28 ottobre, infatti, l'Unione Europea ha formalmente accettato la richiesta del rinvio per la Brexit, rimandando la data ultima al 31 gennaio 2020. Ad annunciarlo il Presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk.
Brexit, Johnson chiede elezioni anticipate: "Parlamento ha fallito"
Corbyn: "Non è credibile. Si è rimangiato tutte le promesse e gli impegni, escluda No Deal", ha detto il leader laburista
28 ottobre 2019 - 19.29