(Teleborsa) - L'Argentina torna in default o meglio annuncia una "ristrutturazione del debito" per un valore di 60 miliardi di dollari, che equivale ad un default "parziale" o "selettivo", per allungare le scadenze dei prestiti e dare stabilità alla sua economia, colpita da una inflazione galoppante e da una forte svalutazione della valuta locale, il peso argentino.
Si tratta del secondo default nel giro di un anno, dopo quello del settembre 2018, quando il paese sudamericano ha ottenuto dal FMI aiuti per circa 55 miliardi di dollari.
La decisione di dichiarare default è stata presa dal Premier Mauricio Macrì ad un soffio dalle elezioni presidenziali, dopo la sconfitta delle primarie, ed al termine di una missione di tre giorni del FMI a Buenos Aires, guidata da Roberto Cardarelli
Ad annunciare il default è stato il Ministro delle Finanze argentino Hernan Lacunza, che ha parlato della ristrutturazione del debito estero a breve, media e lunga scadenza "senza tagli di capitale e interessi". Più in dettaglio saranno colpite le Letras, ovvero una specie di BOT argentino, il debito in scadenza con l'FMI ed i titoli di lungo periodo in mano investitori esteri (scadenza 2020-2023).
Frattanto, il Fondo monetario internazionale "sta analizzando l'operazione" per "valutarne l'impatto". Lo ha confermato il portavoce Gerry Rice, al termine della missione della task force del Fondo, che ora sta facendo ritorno a Washington. La missione - ha aggiunto - ha tenuto colloqui produttivi con il ministro delle Finanze Lacunza, il presidente della Banca centrale (Bcra) Guido Sandleris ed i loro rispettivi team.
Argentina, secondo default in un anno su 60 miliardi di debito
Lo ha annunciato il Ministro delle Finanze argentino Hernan Lacunza al termine dlela missione di tre giorni del FMI a Buenos Aires
29 agosto 2019 - 14.01