(Teleborsa) - La minaccia di una imminente crisi di Governo per le divergenti posizioni tra Salvini e Di Maio vede il Premier Giuseppe Conte, da quel "buon avvocato" che è, alle prese con codicilli e interpretazioni in un più che difficile tentativo di mediazione. La mattinata di oggi, sabato 9 marzo, ha visto il presidente del Consiglio impegnato in un più che intenso lavoro di tessitura che avrebbe comunque prodotto i suoi frutti. Tra l'incredulità e le critiche anche feroci dei sostenitori del Tav.
"Ho inviato una lettera alla Telt, società incaricata della realizzazione della Torino-Lione, invitandola ad astenersi, con effetti immediati, da qualsiasi ulteriore attività che possa produrre ulteriori vincoli giuridici ed economici per lo Stato italiano con riguardo ai bandi di gara - ha reso noto il Premier Conte - e ho chiarito che questo Governo e le forze politiche che lo sostengono si sono impegnati a ridiscutere integralmente questo progetto e che abbiamo intenzione di interloquire con la Francia e con l’Unione europea alla luce delle più recenti analisi costi-benefici da noi acquisite. Ovviamente non vogliamo che nel frattempo si perdano i finanziamenti europei già stanziati".
"La società Telt mi ha appena risposto - spiega Conte - confermandomi che i capitolati di gara non partiranno senza l’avallo del mio Governo e del Governo francese e che, al momento, si limiteranno esclusivamente a svolgere mere attività preliminari, senza alcun impegno per il nostro Stato. Abbiamo promesso di tutelare esclusivamente gli interessi degli italiani. Lavoriamo in piena trasparenza perché non ci lasciamo condizionare dalle pressioni opache di gruppi di potere o comitati di affari. Fino a quando questo Governo sarà in carica, per quanto mi riguarda, sarà così. Sempre".
Nella lettera inviata alla Telt, il Presidente del Consiglio ricorda gli impegni sottoscritti tra le due forze politiche alleate di Governo puntualizzando: "L’analisi tecnica effettuata dagli esperti nominati dal Ministero dell’interno Trasporti e delle Infrastrutture e le conseguenti considerazioni politiche fin qui effettuate ci impongono di rivalutare la realizzazione dell’opera, la cui corrispondenza nell’interesse pubblico non appare affatto scontata".
"In ragione delle responsabilità che mi competono quale Presidente del Consiglio - aggiunge Conte - Vi invito ad astenervi, con effetti immediati, da ogni ulteriore azione che possa produrre, a carico dello Stato italiano, vincoli giuridici di sorta. In particolare, Vi invito a soprassedere dalla comunicazione dei capitolati di gara, al fine di evitare che soggetti terzi possano formulare offerte per la realizzazione dell’opera, condizionando, per tale via, le libere, definitive determinazioni che il mio Governo si riserva di assumere nel prossimo futuro".
Soddisfatti (per il momento) Di Maio e Salvini. Particolarmente furioso, per non dire di peggio, il Presidente della Regione Piemonte, Chiamparino, che, minacciando l'immediata richiesta di consultazione popolare sull'opera al Ministro dell'Interno Salvini, ha definito la "soluzione Conte" un "pastrocchio da repubblica delle banane".