Il progetto vedrà la sua realizzazione dal 2019 nel Centro di Ricerca ENEA di Frascati. Ad aprire l’incontro il Presidente di Enea Federico Testa che ha parlato alla platea formata da 180 rappresentanti delle industrie, di cui 16 straniere.
“Questo progetto mette insieme l’eccellenza della grande ricerca italiana, con ricadute scientifiche, tecnologiche, di innovazione al mondo dell’industria e alla sua capacità di guardare a nuove sfide. E la partecipazione al nostro Industry Day con numeri al di là delle aspettative è un successo in questa direzione", ha dichiarato Testa.
"Ricadute significative sono attese per tutto il sistema paese, tenuto conto che DTT, potrà produrre un ritorno economico stimato negli anni di 2 miliardi di euro con ritorni importanti di occupazione altamente qualificata e know how in tutto il territorio nella prospettiva di ampliare e rafforzare ulteriormente una filiera produttiva italiana di eccellenza in questo settore”.
Ottenere energia pulita, sicura e inesauribile: è questa la sfida a cui la Divertor Tokamak facility (DTT) sta puntando nel campo della fusione nucleare.
“Si tratta di un’infrastruttura di ricerca molto importante non solo per l’Italia ma per l’intera Europa poiché è stata concepita nell’ottica di un programma Europeo per la realizzazione di un reattore a fusione. Ovvero un reattore che dovrà erogare energia pulita, sostenibile e inesauribile per dare una chance all’umanità di risolvere il problema delle emissioni", ha spiegato Aldo Pizzuto, direttore del Dipartimento Fusione e Tecnologie per la Sicurezza Nucleare.
"E' un tipo di reazione assolutamente innocua che produce gas elio come scarto e quindi la sicurezza è garantita", ha aggiunto il ricercatore, affermando che questa tecnologia "ha il grande vantaggio di richiedere combustibili che vengono dall’acqua e dalla crosta terrestre e quindi elimina possibili tensioni geopolitiche per l’approvigionamento".
Il progetto DTT prevede investimenti di 500 milioni di euro con un ritorno stimato di 2 miliardi di euro in un settore, quello della fusione, che si avvale di commesse per aziende italiane come Ansaldo Nucleare, ASG Superconductors (Gruppo Malacalza), SIMIC, Mangiarotti, Walter Tosto, Delata TI, OCEM Energy Technology, Angelantoni Test Technologies, Zanon, CECOM. Al finanziamento partecipano Eurofusion, la Repubblica Popolare Cinese, la Regione Lazio, l’ENEA e la BEI, oltre ai ministeri della Ricerca e dello Sviluppo Economico.