(Teleborsa) - Vertice serale di tre ore, ieri, a Palazzo Chigi sulla manovra di bilancio, con il ministro dell'Economia Giovanni Tria impegnato a difendere la soglia dell'1,6% nel rapporto di deficit/PIL. Sì, perché, i conti per mantenere le promosse fatte in campagna elettorale non tornano, ma Salvini e Di Maio non hanno intenzione di mollare la presa.
I due azionisti di maggioranza, infatti, sono decisi anche a sforare il parametro virtuoso dettato da Bruxelles, purché vengano mantenute le promesse del contratto. Ecco allora che spuntano i tagli agli sprechi "i rami secchi" così li ha chiamati il vicepremier M5S Lugi Di Maio che chiede di recuperare "quelle risorse che, ad oggi, vanno nella direzione sbagliata". Gli italiani "si aspettano tanto da noi e noi non li deluderemo perché saremo anche pronti a fare scelte coraggiose" - ha tuonato l'uomo pentastellato.
"Bello e proficuo lavoro, per far crescere l'economia italiana rispettando gli impegni presi con tutti" - ha rilanciato il vicepremier Matteo Salvini - assicurando che le decisioni del governo rispetteranno le promesse prese "con gli italiani, su tasse, pensioni, reddito di cittadinanza e maggiori posti di lavoro".
"Ci siamo soffermati sull'analisi degli sprechi da tagliare ai fini della riqualificazione della spesa pubblica e sulle possibilità di un rilancio della crescita attraverso i punti qualificanti del contratto di governo" - ha spiegato il premier Giuseppe Conte, al termine del vertice sulla manovra.