(Teleborsa) - Non c'è pace per gli Stati Uniti che, dopo la distruzione seminata dall'uragano Harvey, già messa in Bilancio, devono ora fare i conti con Irma, una tempesta altrettanto distruttiva, che ha già messo in ginocchio i Caraibi e si prepara ad investire la Florida durante il weekend che è alle porte (9-10 settembre 2017).
Come per Harvey, anche Irma è stato declassato a categoria 4, ma la velocità dei suoi venti e soprattutto la sua lunga permanenza ne fanno uno strumento di distruzione e sicuramente l'uragano di durata più lunga dagli anni '70.
Frattanto le autorità statunitensi lavorano alacremente per evacuare la zona compresa fra la Florida e la Georgia, dove si prevede possa abbattersi la tempesta, con ben 1 milione di persone in fuga. Anche nei Caraibi c'è stata l'evacuazione in massa soprattutto fra i turisti presenti nei resort (51 mila).
In Florida c'è anche paura per la tenuta di due centrali nucleari che sono sulla traiettoria di questo nuovo violento uragano.
Frattanto, il passaggio di Irma dai Caraibi ha già fatto lievitare le quotazioni del petrolio sui mercati internazionali, facendole arrivare ad un soffio dai 50 dollari. Stamattina il future sul light crude ha ripiegato un po' a 48,92 dollari al barile (-0,35%), a causa di realizzi, mentre il Brent continua a salire a 54,71 dollari (+0,4).