(Teleborsa) - "L’ansia per l’esito del referendum dei lavoratori Alitalia non basta per giustificare una procedura di ricapitalizzazione sbagliata e deresponsabilizzante. Al referendum, il Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, doveva chiamare anche gli azionisti di Banca Intesa e Unicredit, per sapere se dopo le perdite milionarie maturate con la partecipazione in Cai/Alitalia/Ethiad, siano ancora del parere di ricapitalizzare e se questa sia una strada credibile per rientrare dai prestiti milionari fatti alla compagnia".

La "critica" rivolta al Presidente del Consiglio è di Dario Ballotta, Presidente di ONLIT (Osservatorio Nazionale Liberalizzazioni Infrastrutture e Trasporti), che così prosegue: "Al referendum Gentiloni doveva anche sottoporre la scelta del Governo di usare 300 milioni di euro degli italiani, a garanzia della prevista ricapitalizzazione di 2 miliardi di euro, dopo che i vari Governi, tra aiuti di Stato, ammortizzatori sociali e tanto altro, hanno sborsato inutilmente 7 miliardi di euro negli ultimi 40 anni. Qualche attore in più sul tavolo contrattuale avrebbe almeno reso il nuovo piano industriale più credibile e i lavoratori più coscienti della posta in gioco. Il rischio è quello di tornare sempre nella casella del Via".