(Teleborsa) - Pur restando ampio il divario in valore (circa 1,5 miliardi di euro), nel 2016 le esportazioni di spumanti italiani continuano a ridurre le distanze con quelle francesi, mettendo a segno una crescita a valore superiore al 25% - sulla scia della crescita per i primi sette mesi di quest’anno, come anche segnalato dall’Osservatorio del Vino – a fronte di una leggera flessione degli spumanti d’oltralpe (-1%).

Con l’avvicinarsi delle festività di fine anno, Wine Monitor fa il consueto punto sulle vendite all’estero degli spumanti italiani. Secondo le stime di Nomisma, l’export dei nostri sparkling chiuderà l’anno arrivando al record di 1,2 miliardi di euro.

Al contrario, la Francia dovrebbe attestarsi sui 2,7 miliardi, in leggera flessione rispetto al 2015 e la Spagna a 415 milioni di euro (-3%).

Ma non è solo la Gran Bretagna a dare soddisfazione ai nostri produttori di spumanti. Anche negli Stati Uniti, che rappresentano il principale paese al mondo per import di sparkling, i vini italiani “fanno meglio” del mercato. A fronte di una crescita nelle importazioni (sempre riferite ai valori dei primi dieci mesi dell’anno) pari all’11%, quelle provenienti dall’Italia superano il 30%. La stessa tendenza si ripete in Canada (+9% l’import totale, +20% quello italiano), in Svizzera e in Germania.

All’opposto, gli spumanti spagnoli vedono ridursi la loro quota (calcolata sulle importazioni della categoria) dal 6,2% al 5,3% in UK e dal 19,2% al 15,5% in Germania.