(Teleborsa) - Prezzi del petrolio in calo, dopo la corsa dei giorni scorsi innescata dalla posizione determinata del Cartello di raggiungere un accordo sul congelamento della produzione di greggio per stabilire i prezzi.

Il Light crude americano viaggia a 45,53 dollari al barile (-0,11%) mentre il Brent di Londra scambia a 47,57 dollari (-0,10%).

L'attenzione degli operatori resta catalizzata sull'incontro informale domani, 18 novembre, a Doha, tra i paesi OPEC. Obiettivo della riunione, favorire trattative ed incontri in grado di sostenere un'intesa definitiva, a Vienna, il prossimo 30 novembre.

Nei giorni scorsi il ministro petrolifero dell'Arabia Saudita, Khalid Al-Falih, aveva lanciato un avvertimento agli altri produttori, definendo "imperativo" la necessità di trovare un accordo sui tagli coordinati.

La Russia ha ribadito di essere pronta a sostenere la decisione dell'OPEC, di congelare l'output di greggio, fiduciosa che si raggiungerà un accordo a fine mese.

Gli ultimi aggiornamenti sull'andamento delle scorte statunitensi, pubblicati ier, dall'EIA, hanno rilevato un aumento oltre attese degli stock di greggio. Secondo la divisione del Dipartimento dell'Energia americano le scorte di oro nero nella settimana terminata l'11 novembre sono risultate in aumento di 5,3 milioni di barili a fronte di un rialzo stimato atteso di 1,48 milioni. La settimana precedente c'era stata una salita di 2,4 milioni.

Sempre ieri, l'Agenzia internazionale per l’energia (IEA) ha stimato che il consumo globale di petrolio raggiungerà il picco non prima del 2040, nonostante l’entrata in vigore dell’accordo di Parigi 2015, sui cambiamenti climatici che prevede una riduzione delle emissioni nocive.