(Teleborsa) - "Nel 2014 il consumo di energia in Italia è stato pari a 113,5 Milioni di tonnellate equivalenti di petrolio, con una diminuzione del 4,3% rispetto al 2013. Una riduzione particolarmente significativa nel settore industriale e frutto di due elementi: il perdurare della crisi economica, ma soprattutto la messa in campo di politiche per la promozione dell’efficienza energetica". Così la Viceministro allo Sviluppo economico Teresa Bellanova nel corso dell’audizione in Commissione Attività produttive alla Camera dedicata a riscaldamento e raffreddamento climatico, nonché a efficienza e risparmio energetico, temi al centro della comunicazione della Commissione europea oggi all'ordine del giorno.
Come riporta la comunicazione, il riscaldamento e il raffreddamento sono responsabili di metà del consumo energetico dell'UE e molta di tale energia va persa; inoltre il 75% dei combustibili utilizzati continua ad essere di origine fossile (circa la metà gas naturale). Avere una strategia per il riscaldamento e il raffreddamento climatico, e ridurre fino allo zero il ricorso al carbone, significa limitare la dipendenza energetica e le importazioni di energia; significa risparmio economico per famiglie e imprese. E più in generale, vuol dire diminuzione delle emissioni di gas serra, nel pieno rispetto degli accordi di Parigi sul clima (COP21).
La Viceministro ha sottolineato i risultati positivi raggiunti dal nostro Paese, in anticipo rispetto alle scadenze prefissate. “Grazie alle misure di efficienza energetica – ha detto la Viceministro – a partire dal 2005, il risparmio conseguito è stimato in circa 9,8 Mtep/anno. L’Italia ha fissato l’obiettivo indicativo di riduzione dei consumi di energia finale al 2020 in 15,5 Mtep/anno, confermando il target previsto dalla Strategia Energetica Nazionale”.
La strada che l’Italia intende percorrere nel rafforzamento del ricorso all'energia non fossile è in piena sintonia con le linee indicate dalla Commissione europea: riqualificazione nel senso del risparmio energetico del patrimonio immobiliare; aumento del ricorso alle energie rinnovabili; promozione dell’utilizzo dei sistemi di teleriscaldamento e reti di cogenerazione.
“Il Governo – ha spiegato Bellanova – ha introdotto nuove misure che integrano e rafforzano quelle messe a punto nel corso dell’ultimo decennio. A partire dal Programma di riqualificazione energetica degli edifici della pubblica amministrazione centrale, per la cui realizzazione ci sono 350 mln di euro nel periodo 2014-2020, e grazie al quale sono stati già presentati oltre 150 progetti per circa 113 milioni di euro. La costituzione del Fondo nazionale per l’efficienza energetica - circa 75 mln di euro all'anno - destinato alla ristrutturazione degli edifici della Pa ma anche dell’edilizia residenziale popolare, per l’illuminazione pubblica e per la realizzazione di reti per il teleriscaldamento. La proroga al 31 dicembre 2016 delle detrazioni fiscali al 65% degli interventi di riqualificazione energetica degli immobili; lo sviluppo del meccanismo dei certificati bianchi, a sostegno dei progetti di efficienza energetica di maggiore dimensione nei settori industriale e delle infrastrutture, grazie al quale nel 2014, sono stati emessi circa 7,4 milioni di certificati bianchi; il Conto termico, operativo dal 31 maggio 2016, finalizzato a favorire il massimo accesso alle risorse per imprese, famiglie e soggetti pubblici. Abbiamo inoltre destinato 350 mln di euro (ex-Fondo Kyoto) per il finanziamento a tasso agevolato (0,25%) di interventi, anche fino a 2 milioni di euro, di riqualificazione energetica delle scuole e delle sedi universitarie di proprietà pubblica”.
“Il nostro obiettivo ora – ha concluso la Viceministro – è di monitorare attentamente l’evoluzione delle Direttive europee in materia, in modo che rispecchino anche quanto già messo in campo dal nostro Paese e tengano conto della situazione dei nostri settori civile e industriale. Siamo inoltre impegnati a studiare le modalità di una iniezione di risorse, che non urti con la normativa sugli aiuti di Stato ma che sia in grado di sostenere efficacemente progetti e iniziative nel settore, visto che è la stessa Commissione europea a riconoscere che una delle barriere fondamentali per attingere all'ulteriore potenziale è fin qui stato il finanziamento dei progetti”.