(Teleborsa) - Nuovo allarme del Tesoro inglese sull'ipotesi di Brexit , a giusto un mese dal referendum del 23 giugno, quando si voterà la permanenza o meno del Regno Unito nell'Unione europea. Nel weekend anche la riunione preparatoria del G7 ha citato gli effetti disastrosi che questa eventualità avrebbe sull'economia globale.
Intanto, il Ministero del Tesoro inglese ha confermato che l'eventuale esclusione dall'UE farebbe cadere l'economia in recessione per un anno ed ha misurato l'impatto negativo in 3,6 punti di PIL in meno in capo ad un biennio. Vi sarebbero poi degli effetti strascico sugli investimenti delle imprese e sulla volatilità dei mercati finanziari, tale da propagare lo choc oltre i confini britannici.
"I britannici hanno lavorato duramente per rimettere il nostro paese in carreggiata. Il Regno Unito vuole forse ricascare in recessione per scelta sua?", ha minacciato il cancelliere dello scacchiere George Osborne.
Il susseguirsi di allarmi, anche per l'economia globale (si stima lo 0,5-1% di PIL per il 2017 anziché l'attuale 1,6%), sta creando un clima di panico simile a quello avuto per il referendum separatista scozzese, che sta producendo un effetto "ansia" tale da allontanare l'ipotesi peggiore (l'uscita del Regno Unito dalla UE).
Oggi, dunque, la possibilità che vinca il sì all'esclusione è senz'altro più distante nei sondaggi, anche se il fronte dei sostenitori del sì calca la mano sugli effetti positivi che ne deriverebbero (accordi commerciali più favorevoli ecc.).