(Teleborsa) - Il comparto manifatturiero cinese si conferma in difficoltà a inizio 2016 nonostante qualche timido segnale di miglioramento.

A gennaio, il relativo Purchasing Managers Index (PMI) elaborato da Caixin Media e Markit è risalito a 48,4 punti rispetto ai 48,2 punti di gennaio, risultando al di sopra delle attese degli analisti che erano per un ulteriore calo a quota 48 punti.

Nonostante la lieve ripresa, l'indicatore resta ben al di sotto della soglia dei 50 punti che separa l'espansione dalla contrazione oltre che ai minimi da agosto 2012.

Trend opposto, invece, per il PMI manifatturiero governativo, ossia elaborato dall'Ufficio di statistica cinese.

A gennaio il dato è sceso da 49,7 a 49,4 punti, confermandosi in zona contrazione per il settimo mese consecutivo e ai minimi dal 2012. Mancato anche il consensus che indicava una risalita a 49,6 punti.

Sempre oggi il National Bureau of Statistics cinese ha diffuso i numeri sul PMI non manifatturiero, che monitora l'andamento del settore servizi.

Pur in zona espansione, a inizio 2016 l'indicatore è scivolato a 53,5 punti rispetto ai 54,4 di dicembre.

Secondo gli analisti i numeri diffusi oggi confermano la necessità di nuovi interventi di supporto all'economia da parte delle autorità nazionali.
La scorsa settimana la Banca Centrale cinese è intervenuta a supporto della liquidità con una serie di aste senza precedenti.

A inizio gennaio la deludente lettura del PMI manifatturiero aveva provocato un nuovo sell-off sull'azionario cinese.