(Teleborsa) - E' durata poco la tregua sui titoli MPS.

Dopo un avvio più che positivo la banca senese è scivolata in territorio negativo, ed ora è sospesa dalle contrattazioni con un teorico -4,58% a 0,629 euro.

Come detto, in apertura la banca risultava tra i titoli più acquistati del FTSE Mib, ed era arrivata a toccare un massimo di 0,716 euro grazie ai risultati preliminari del 2015 pubblicati ieri sera che hanno confermato un ritorno all'utile dopo 5 anni di perdite, e mostrato una riduzione dei crediti deteriorati.

Ieri le azioni MPS avevano chiuso le contrattazioni con un calo di quasi 8 punti percentuali in scia all'ennesima ondata di vendite che aveva travolto il settore bancario italiano per via dello scetticismo degli investitori sulle misure adottate dal Governo per far fronte all'emergenza sofferenze.

Oltre al dossier crediti deteriorati, il mercato sta seguendo con attenzione anche la partita delle aggregazioni in scia alla riforma delle banche popolari approvata a marzo.

Per ora sembrerebbe scartata l'ipotesi di una fusione a tre tra BPM, UBI Banca e MPS, mentre resta in pista la possibilità di un merger tra UBI ed MPS.

In una intervista a La Repubblica, l'Amministratore Delegato di Rocca Salimbeni, Fabrizio Viola, ha dichiarato: "In questi giorni si fanno tanti nomi, ma a oggi non c'è un' opzione sul tavolo: aspettiamo che questa si concretizzi", aggiungendo che "da un punto di vista prettamente industriale, l'ipotesi con UBI presenta aspetti positivi basati soprattutto sulla pressoché totale assenza di sovrapposizioni geografiche. Quanto al cosiddetto triangolo, non posso non notare che fusioni multiple hanno pochissimi esempi (credo l'unica in Europa sia Bankia) e hanno un' alta complessità organizzativa. Quindi le guardo con una certa prudenza".