(Teleborsa) - L'inflazione continua a rallentare, allontanandosi sempre più dal target fissato dalla Fed ed offrendo una sponda, alla banca centrale statunitense, per un ripensamento dell'exit strategy. Il ritmo di aumento dei tassi di interesse, iniziato a dicembre, potrebbe rallentare a causa dei riflessi sui prezzi del crollo del prezzo del petrolio.
Il dato di dicembre dei prezzi al consumo, pubblicato dal Bureau of Labour Statistics (BLS) americano, ha registrato un calo dello 0,1% rispetto al mese precedente, dopo il dato invariato di novembre ed il +0,2% di ottobre, risultando inferiore alle attese degli analisti che indicavano uno zero. Su base annua l'indice ha segnato un aumento dello 0,7% inferiore al +0,8% del consensus.
Il core rate, ossia l'indice dei prezzi al consumo depurato delle componenti più volatili quali cibo ed energia, ha evidenziato un aumento dello 0,1%, inferiore al consensus di +0,2%, dopo il +0,2% registrato nei due mesi precedenti. Il dato tendenziale si attesta invece al 2,1%, in linea con le stime degli analisti.
In particolare, i prezzi della componente energetica hanno registrato un pesante calo del 2,4% dopo il -1,3% precedente. I prezzi della componente alimentare sono calati dello 0,2% (-0,1% precedente).
Inflazione USA a picco con il mini greggio. La Fed ha le mani legate
20 gennaio 2016 - 15.05