(Teleborsa) - Anche se il recente panic selling sembra, per ora, alle spalle, la "mina" Cina è stata tutt'altro che disinnescata.
Oggi la Borsa di Shanghai è entrata ufficialmente in un mercato Orso per la seconda volta in sette mesi, dal momento che l'indice Shanghai Composite Index è sceso del 20% dai recenti massimi toccati lo scorso 22 dicembre.
Il colpo di grazia è arrivato oggi dopo che alcuni media di Stato cinesi hanno fatto sapere che le banche cinesi non accetteranno titoli azionari come collaterali.
Se questa notizia si rivelasse vera si verificherebbe un ulteriore calo della liquidità sul mercato, ma prima ancora una nuova ondata di panico degli investitori.
Non confortano i numeri sui credito bancario diffusi oggi dalla Banca Centrale del Dragone.
A dicembre le banche cinesi hanno emesso 598 miliardi di yuan (circa 90,7 miliardi di dollari) di nuovi prestiti, in calo rispetto ai 708,9 miliardi del mese precedente e al di sotto dei 700 miliardi attesi dagli economisti interpellati dal Wall Street Journal.