(Teleborsa) - Il nuovo anno per i pensionati italiani sarà una vera e propria strada ad ostacoli. Con l'arrivo del 2016, infatti, sono scattate nuove misure per le pensioni: gli uomini andranno in pensione 4 mesi più tardi con un taglio sulla pensione contributiva di circa l'1% a causa della riduzione dei coefficienti di trasformazione in rendita del montante contributivo; per le donne si avrà un aumento della parte di pensione calcolata con il metodo contributivo del 4% in considerazione dell'età più elevata alla quale usciranno. Se, fino a tutto il 2015, le donne andavano in pensione a 62 anni e tre mesi dal 2016 saranno necessari 65 anni e 7 mesi. Quindi le dipendenti del settore privato avranno un assegno più alto dall'anno prossimo, ma andranno in pensione 3 anni e quattro mesi più tardi rispetto al 2013 e 22 mesi dopo rispetto al 2015.

E le prospettive non sono migliori, se è dato certo che dal 2019 sarà previsto un ulteriore scatto che attualmente, secondo lo scenario demografico dell'Istat, sarà di nuovo pari a 4 o 5 mesi.

Intanto, l’ufficio studi Anief ha stimato che gli insegnanti immessi in ruolo quest’anno attraverso la Buona Scuola, rispetto a chi lascia il servizio oggi, andranno a percepire un assegno a dir poco decurtato: se un docente che oggi lascia a 65 anni percepisce una pensione media di 1.500 euro, chi è stato immesso in ruolo nel 2015 andrà in pensione a 70 anni con 825 euro.