(Teleborsa) - A distanza di sei mesi, il popolo della scuola è tornato in piazza, nel giorno dello sciopero generale indetto dall'Anief e dai sindacati di base contro l’approvazione della “Cattiva Scuola”, la Legge di riforma 107/2015, e contro l’ennesima Legge di Stabilità, già approvata dal Consiglio dei Ministri.
A Roma, davanti al Miur e poi dinanzi al Parlamento, oltre 6mila manifestanti, docenti e Ata, e studenti, alcuni dei quali anche con le famiglie, hanno confermano il malessere del mondo della scuola con slogan e striscioni, urlando no alla "distruzione della scuola pubblica".
La protesta non si è svolta solo nella Capitale, ma anche in molte città italiane. Momenti di tensione a Napoli e Milano che hanno portato a scontri ed al ferimento di diversi uomini tra studenti, docenti e forze di polizia.
Marcello Pacifico, presidente Anief, parlando ai manifestanti ha dichiarato che questa mobilitazione "è solo la prima risposta. Le ultime notizie sui nuovi prossimi assunti rasentano l’assurdo: verranno pagati nei primi anni 400 euro al mese, meno di un apprendista, dopo essersi laureati, abilitati e vinto in concorso pubblico. E in pensione andranno a 70 anni con l’assegno sociale. I nuovi insegnanti stanno diventano il sottoproletariato del lavoro italiano".
Immediata la replica del premier Matteo Renzi: "l'assunzione a tempo indeterminato di 48mila insegnanti è la dimostrazione che questo governo le promesse le mantiene, e vorrei dare la mia vicinanza e la mia solidarietà a quegli insegnanti che fidandosi di cattivi consigli e di cattivi consiglieri hanno rifiutato di fare la domanda come suggerì una parte del mondo sindacali e oggi credo che si stiano mangiando le mani".
Scuola, dalle piazze romane coro di no contro Riforma e Legge di Stabilità
A Roma, davanti al Miur e poi dinanzi al Parlamento, oltre 6mila manifestanti, docenti e Ata, e studenti, hanno confermano il malessere del mondo della scuola. Scontri a Napoli e Milano
13 novembre 2015 - 16.59