(Teleborsa) - La Russia esce allo scoperto sulle reali intenzioni del suo intervento militare in Siria. Funzionari di Mosca hanno dichiarato apertamente che l’obiettivo principale sarebbe quello di sostenere il presidente siriano Assad, andando quindi ben al di la, come annunciato, di andare oltre la lotta ai gruppi terroristici di matrice islamica e dell’Isis in particolare.

Stesse fonti governative di Mosca, hanno detto che lo stanziamento delle unità aeree, come quelle navali nel Mar Nero e Mar Caspio, potrebbe durare un anno o, forse, anche di più.

"C’è piena consapevolezza che le milizie dello Stato Islamico, unica e vera minaccia in tutta l’area medio orientale, sono contrastate solo dall'esercito regolare siriano, comandato dal presidente Assad", ha dichiarato Iliyas Umakhanov, vice presidente del consiglio della Camera Alta della Federazione Russa.

Vladimir Putin ha messo in campo tutta la sua determinazione per dettare le condizioni a Washington. Una strategia piuttosto rischiosa per mitigare l’egemonia americana che sta guidando una coalizione di forze arabe nella lotta alle milizie dello Stato Islamico.

Se la strategia adottata dal presidente russo avrà successo, la più grande unità militare della Russia dispiegata fuori dai suoi confini potrebbe obbligare gli USA e gli alleati europei a schierarsi a favore di un dittatore a capo di un regime che si contraddistingue per le sue violazioni dei diritti umani e gli estremisti dello Stato islamico.