(Teleborsa) - Nel giorno della giornata mondiale degli insegnanti, istituita dall'Unesco, i riflettori si soffermano sulle donne, perché in Italia chi dice docente dice donna.
Le cattedre si tingono di rosa nell'81 per cento dei casi: su 751.563 insegnanti della scuola pubblica italiana, circa 610mila sono donne. Alla materna, ad esempio, solo c'è 1 uomo ogni 153 colleghe. E all'estero non c’è questa sproporzione, visto che in Spagna le docenti si fermano al 63% e negli Stati Uniti al 74%. In Europa solo un Paese, l’Ungheria, conta una presenza maggiore di sesso femminile (82,5%).
I motivi di questo fenomeno sono certamente culturali, ad iniziare dalla scarsa considerazione sociale, ma anche da legare ai magri stipendi. Da considerare poi il fatto che un docente arriva, mediamente, all'immissione in ruolo non prima dei 40 anni, non di rado anche dei 50.
"Se si volesse realizzare un profilo del docente italiano, questo non potrebbe che essere di una donna stanca dai capelli ingrigiti dal tempo", ha dichiarato Marcello Pacifico, presidente Anief, sostenendo che "andrà sempre peggio: perché nel 2018 la pensione di vecchiaia arriverà alle soglie dei 68 anni, con l’assegno di quiescenza destinato a trasformarsi in una pensione poco più che sociale. Ma a chi ci governa non importa che insegnare è un mestiere logorante e che in altri Paesi, come la Germania, si può andare in pensione con 24 anni di servizio".