(Teleborsa) - Settembre è appena iniziato, ma già si pensa alla prossima Legge di stabilità, che dovrà essere messa a punto entro metà mese. UN vero e proprio grattacapo per il Premier Matteo Renzi, che rischia di non riuscire a soddisfare tutte le promesse fatte nell'ultimo periodo, in particolare quella sulla riduzione delle imposte.
La manovra ha un valore di 25-30 miliardi, mentre i tagli alle imposte annunciati da Renzi (TASI ed IMU) avrebbero un valore di circa 5 miliardi. Il problema sono sempre le coperture, dati gli impegni inderogabili di risorse richiesti: la necessità di bloccare la clausola di salvaguardia (ovvero l'aumento automatico dell'IVA e accise a gennaio 2016) e le due sentenze della Consulta su pensioni e blocco stipendi nella Pubblica Amministrazione.
La seconda stagione della spending review, firmata Yoram Gutgeld, potrebbe valere circa 10 miliardi, attraverso razionalizzazioni nei Ministeri e nelle forniture alla PA (la ragioneria di Stato ha già gettato le basi, imponendo che tutti gli acquisti passino per la Consip). La flessibilità concessa all'Italia da Bruxelles dovrebbe valere circa 6,4 miliardi, mentre dal rientro dei capitali (voluntary Dosclosure) si stima di incassare fino a 3 miliardi.
Non c'è tempo da perdere ed il Ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan è già tornato al lavoro da una settimana al Ministero di Via XX Settembre, mentre i tecnici lavorano febbrilmente per trovare una soluzione all'uovo di Colombo. Ieri, c'è stato anche un vertice con il Premier Matteo Renzi, anche alla luce del sorprendente dato del PIL, che ha offerto un assist di non poco rilievo all'esecutivo.
Il problema però è più ampio, perché la Commissione europea guarda con sospetto il taglio alla TASI annunciato dal Premier italiano, mentre sembra sempre più improbabile la concessione di una maggiore flessibilità all?Italia.
Guardando poi al panorama internazionale, il futuro di fa anche più buio, dato l'evidente rallentamento economico in atto e la possibilità che si scarichi sull'export tricolore. Sul fronte politica monetaria, poi, un rialzo dei tassi USA, più o meno lontano, potrebbe andarsi a scaricare su un aumento generalizzato dei tassi anche in Europa, con conseguente aumento del costo degli interessi pagati sul debito dall'Italia.
Legge stabilità, l'enigma coperture al centro del vertice Padoan-Renzi
02 settembre 2015 - 09.40