(Teleborsa) - Nell'ultimo rapporto redatto lo scorso mese dall'agenzia di rating Standard&Poor’s sulla situazione del credito mondiale, si sottolineano su tutte, due criticità.
Una è la scarsissima qualità e la forte crescita del debito cinese, l’altra riguarda la veloce espansione della leva finanziaria in USA, che ha superato i livelli antecedenti la crisi del 2008.
Secondo la società di rating, tra il 2015 e il 2019, il mercato del credito avrà una espansione “sensazionale”, laddove le imprese avranno bisogno di rifinanziare 37 mila miliardi di dollari di debiti in scadenza ed emetteranno ulteriori 20 mila miliardi di dollari di nuove emissioni di obbligazioni.
Per il 2019, il montante complessivo debitorio delle corporate, a livello mondiale, si attesterà a 71 mila miliardi dollari, dei quali il 40% graveranno sui bilanci delle società cinesi. Quindi, secondo Standard&Poor’s, l'espansione del credito in Cina è destinata a rimanere un elemento di rischio nei prossimi anni.
E’ un brutto colpo per la politica espansiva che la BCE sta portando avanti e che ha in programma di finanziare almeno fino al settembre 2016. Questo, secondo S&P, farà emergere grossi problemi di instabilità finanziaria per l’intero sistema.
Dal 2008 le banche centrali hanno spinto a più riprese sul credito per salvaguardare il sistema finanziario e per non far innervosire i mercati, ma questo ha portato a degli squilibri che devono essere riassorbiti e che potrebbero provocare un'altra crisi finanziaria, più violenta delle precedenti.