(Teleborsa) - Non si è fatta attendere la reazione di Pechino alle ultime statistiche deludenti giunte dalla Cina nel fine settimana.
Con una mossa inattesa, la Banca Centrale cinese ha abbassato del 2% a 6,2298 dollari (dai 6,1162 dollari di lunedì) la banda di oscillazione giornaliera dello yuan, portandola sui minimi di quasi tre anni.
Inoltre ha stabilito che il fixing si baserà sulla chiusura dello yuan nella sessione precedente.
Questa iniziativa, denominata "deprezzamento una-tantum", ha lo scopo di rivitalizzare l'export della seconda economia al mondo e di abbassare i costi di finanziamento. Secondo molti economisti, tuttavia, potrebbe innescare una guerra valutaria.
In una nota la People's Bank of China ha spiegato che ultimamente il mid-point medio della valuta domestica si era discostato parecchio e per un tempo relativamente lungo dai tassi di mercato.
Immediata la reazione degli investitori. In poco tempo lo yuan ha messo a segno la maggior caduta dal 1994, ossia da quando Pechino ha riformato il proprio mercato valutario.