(Teleborsa) - Mesi di battaglie, lotte sindacali e scioperi non sono bastati a fermare la riforma "La Buona scuola" voluta dal Governo Renzi.

Oggi il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha infatti firmato la legge che, a stretto giro, dovrebbe trovare spazio nella Gazzetta Ufficiale.

Come noto La Buona Scuola ha diviso l'Italia in due. Secondo i sostenitori, le norme in essa contenute rivoluzioneranno in positivo l'istruzione. Per qualcuno, però, la riforma non risolverà i mali della scuola perché non interviene sui tanti punti per cui la scuola non funziona.

Tra questi punti critici, il sindacato Anief cita il numero dei docenti, che non è vero essere troppo alto; la loro età troppo alta; il record di abbandoni, figlio dei tagli e non di certo del tipo di educazione e dei programmi impartiti nelle scuole; la mancanza di valorizzazione dei docenti e la scarsità di investimenti nazionali che vede l'Italia ultima in classifica dopo la Grecia.

"Se vogliamo farla finita di perdere per strada 2 milioni e 900 mila giovani delle superiori, come è accaduto negli ultimi quindici anni, occorre dare stipendi dignitosi, iniziando a riportarli almeno al costo della vita, alzare l’obbligo formativo e mettere i nostri docenti nelle condizioni di lavorare meglio, riducendo il numero di alunni" ha dichiarato Marcello Pacifico, presidente Anief, segretario organizzativo Confedir e confederale Cisal