(Teleborsa) - Il primo ministro Alexis dopo aver ceduto alle richieste dei creditori è tornato in Grecia per affrontare l’ammutinamento all'interno della sua coalizione.

Due fazioni del suo governo, riconducibili all’estrema sinistra di Syriza hanno fatto sapere che non sosterranno la sua iniziativa di cedere all’Europa e Tsipras teme che questo problema possa far naufragare la votazione dei pacchetto di riforme prevista per mercoledì.

“Tsipras avrebbe dovuto cambiare il suo governo e cancellare le ali estremiste e radicali del suo partito, per poter contare su una larga base politica in grado di sostenere le misure necessarie”, hanno detto gli analisti di Eurasia Group, Mujtaba Rahman e Federico Santi. "Ma è difficile prevedere come potrà farlo”.

L'attenzione si sposta adesso verso gli ostacoli parlamentari, prima che la Grecia possa proseguire nel dialogo con i creditori dopo gli incontri di domenica notte.

"C'è un panorama frammentato nel partito, per cui non accettiamo la tattica fin qui seguita dal nostro primo ministro", ha detto Yanis Balafas, parlamentare di Syriza molto vicino a Tsipras. "Ciò che conta adesso è che il peggiore scenario di un default è stato evitato”.

Il malcontento tracima quindi nella maggioranza di governo. L’estrema sinistra di Syriza e un partner della coalizione, il partito indipendentista, hanno già detto che non sosterranno l’accordo, per cui Tsipras non potrà contare su 12 seggi della maggioranza, costringendo l’opposizione a portare i voti mancanti a garantire l’approvazione parlamentare del pacchetto di riforme.