(Teleborsa) - Secondo il greco Athanasios Vamvakidis, stretegist valutario per Bank of America, l’opinione sul futuro del suo paese d’origine è lapidario: le banche greche saranno presto a corto di denaro contante, con conseguente scarsità di generi di importazione, tra cui le medicine, a meno che la Banca Centrale Europea non continui ad erogare fondi di emergenza alla Banca Centrale di Grecia.
Comunque andrà la sorte di Atene sembrerebbe segnata, perché se nel referendum del prossimo 5 luglio prevarranno i NO, la Grecia uscirà dall’euro e sarà costretta a uscire dall’orbita della monete unica. Se invece vinceranno i SI, abbracciando le misure di austerità imposte dai creditori, molto probabilmente ci si avvierà verso nuove elezioni per la formazione di un nuovo governo che possa dialogare con l’Unione Europea.
“In entrambi i casi la Grecia, sia quella governata da Tsipras sia quella che potrebbe uscire dalle eventuali elezioni, otterrà nuovi finanziamenti non prima di settembre, o forse più tardi. Nel frattempo, l'economia crollerà", ha detto Vamvakidis. "A livello personale credo che questa situazione è molto brutta e il peggio deve ancora arrivare”.
Per prevenire una durissima crisi che si profila all’orizzonte, la BCE dovrà rafforzare il programma di sostegno straordinario erogando più liquidità ELA, continuando a garantire i creditori greci.
"In caso contrario, potremo assistere ad un disastro umanitario", ha detto ancora Vamvakidis. "La gente inizierà a subire le conseguenza quando non potrà ritirare i propri stipendi e quando si inizieranno a vedere le carenze dei generi di importazione, come i farmaci”.
La Grecia, ha attuato misure tampone d’urgenza per assorbire la crisi di liquidità incombente, imponendo controlli sui capitali, chiudendo le banche e i mercati finanziari, dopo l'annuncio del referendum. Durante il fine settimana si sono formate lunghe file presso gli sportelli automatici per ritirare contanti, limitati per ora a 60 euro al giorno.