(Teleborsa) - Il Ddl sulla scuola è alle battute finali e, senza il via libera della Commissione e senza mandato dei relatori, finisce nell'Aula del Senato dove il Governo, tra le proteste delle opposizioni, porrà la questione di fiducia. Ieri sera, infatti, il Consiglio dei ministri, ha autorizzato a porre la fiducia ove fosse necessario.

Incassata la fiducia, la riforma della scuola farà un ultimo passaggio, alla Camera, per diventare legge. Il termine per la presentazione degli emendamenti è fissato per le ore 19 di oggi. E giovedì arriverà la fiducia.

Il tavolo del compromesso, prevede 100 mila assunzioni subito, ovvero entro il mese di agosto, e lo slittamento della chiamata diretta.

Dura la reazione delle opposizioni. Il capogruppo della Lega nord, Centinaio, ha annunciato che al momento del voto di fiducia i senatori del Carroccio lasceranno l'aula. Per il presidente dei senatori Sel, De Petris la maggioranza è ricorsa "ancora una volta ai trucchi".

Intanto il premier Renzi ha ribadito che se il progetto della buona scuola andrà avanti "avremo 100mila assunzioni in più". Se non andrà in porto, "ci sarà il regolare turn-over: non 100mila, ma 20-25mila assunzioni".

Scontento anche il sindacato della scuola. Se il provvedimento otterrà la fiducia dell'aula del Senato, "potrà solo danneggiare il nostro sistema di istruzione, gli otto milioni di studenti iscritti e il milione di professionisti, insegnanti e Ata, che vi operano", avverte l'Anief. Il giovane sindacato contesta, tra l’altro, "l’ennesima mutazione al piano straordinario assunzionale", senza però avere ancora una volta risolto il problema del "ventaglio troppo stretto di tipologie di precari da assumere".

Questo trattamento riservato ai precari della scuola – commenta Marcello Pacifico, presidente Aniefè intollerabile: questi insegnanti non possono essere assunti con le chiamate dirette o i premi clientelari. Per decine di migliaia di docenti abilitati, con oltre 36 mesi di servizio alle spalle, non rimarrà che rivolgersi al giudice".